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Bauhaus spegne 100 candeline: i festival in programma e la riscoperta dei caratteri tipografici

Aggiornato il: 5 dic 2018

Nel 2019 verrà celebrato il Centenario dalla fondazione della scuola d’arte d’eccellenza tedesca Bauhaus, pietra miliare che portò alla nascita del movimento moderno nella storia delle arti.


Mario Merz - La goccia d’acqua, 1987 - Installation view - Pirelli Hangar Bicocca, 2018

La scuola di architettura, arte e design più importante della Germania, che dette vita ad un movimento di avanguardia e di innovazione , ed i cui insegnamenti sono ancora oggi fonte di ispirazione, mosse i primi passi nella città tedesca di Weimar dal 1919, data della sua fondazione, al 1925. Successivamente si spostò a Dessau, fino al 1932 e poi a Berlino fino alla sua chiusura definitiva, un anno più tardi, a causa dell’avvento del nazismo. Riunire l’insegnamento delle varie arti, scultura, architettura, decorazione, ma anche artigianato e tecnologia sotto l’ala del design: era questo in principio lo scopo fondamentale della scuola.

Dopo cento anni dalla sua fondazione, siamo pronti a rivivere quell’atmosfera magica propria di Bauhaus, caratterizzata da essenzialità e razionalismo: sono infatti in corso i lavori di preparazione e di rinnovo per il centesimo anniversario, e tutta la Germania freme per l’eccitazione. Tante le mostre, i congressi, gli eventi per celebrare l’importanza della scuola nell’arte e le personalità che lì vi insegnarono. L’anno nuovo inizierà con il festival d’apertura che si terrà a Berlino all’Akademie der Kunste dal 16 al 24 gennaio sotto la direzione artistica di Bettina Wagner-Bergelt.


Dessau Bauhausköpfe (aus dem Bauhaus-Fotoalbum von Fritz Schreiber) - Stiftung Bauhaus Dessau

I tre festival che si svolgeranno nell’arco di tutto l’anno 2019, presenteranno in chiave contemporanea la filosofia del Bauhaus del passato. Il primo dei tre, che si terrà dal 20 al 24 marzo è il Festival School Fundamental, un festival di apprendimento, che racconterà i metodi di insegnamento e la didattica. Dal 31 maggio al 2 giugno, si svolgerà il Festival Architecture Radical, ambientato nello storico ufficio di lavoro di Walter Gropius, come simbolo di un cambiamento sociale. Dal giorno 11 al giorno 15 settembre, avrà luogo il Festival Stage Total, dove verrà messa in scena la rappresentazione dell’opera Violet di Wassily Kandinsky: il teatro tradizionale viene rivisitato in un’ottica innovativa con nuove tecniche di espressione.

Il 2019 sarà anche l’anno in cui vedranno la luce due nuovi musei: il 6 aprile aprirà il Bauhaus Museum a Weimar, con il progetto di Heike Hanada, mentre l’8 settembre verrà inaugurato il nuovo Bauhaus Museum a Dessau che ospiterà la collezione della Fondazione Bauhaus, ideato da Gonzalez Hinz Zabala.

Per il programma completo degli eventi, occorre scaricare il documento in formato pdf al link: https://www.bauhaus-dessau.de/dl/427703c01d07142faf3374333ea7a6ba/SBD_Bauhaus_Centenary_2019.pdf


Bauhausgebäude DessauWalter Gropius (1925–26), Westseite - Tadashi Okochi © Pen Magazine, 2010, Stiftung Bauhaus Dessau

Nella celebrazioni dei 100 anni di Bauhaus, verrà data anche molta rilevanza al ruolo della figura femminile: le donne, in quell’epoca in Germania, vivevano anni difficili, dove la parità di genere era una conquista ben lontana, anche se il fondatore della scuola Walter Gropius aveva dichiarato che non ci doveva essere “alcuna differenza tra il sesso più bello e quello più forte”. Tante donne avevano fatto richiesta di iscrizione alla scuola, ma alla maggior parte di esse fu negato l’accesso ai corsi, e furono quindi rilegate al laboratorio di tessitura. Tra queste c’era Anni Albers, che trovò nella tessitura la sua propria forma d’espressione: questa disciplina le permise di diventare una talentuosa designer tessile. Alle sue opere è dedicata una mostra alla Tate Modern, dove sono presenti i suoi telai originali, le sue idee rivoluzionarie, i suoi progetti nel mondo del design, come lei reinventò la tradizionale tessitura a mano in chiave moderna: un’occasione assolutamente imperdibile per sapere di più sull’enorme contributo dato dalla pioniera artista tessile. La mostra sarà aperta fino a gennaio 2019.


Marcel Breuer with his Harem (from l. to r.: Marcel Breuer, Martha Erps, Katt Both, Ruth Hollos) 1926 - Stiftung Bauhaus Dessau (Besitz Scan) (I 46052/1-2) / © (Consemüller, Erich) Consemüller, Stephan

Non solo: è nato infatti, il progetto The Hidden Treasures Bauhaus Dessau con il quale sono stati ritrovati e rinnovati i caratteri tipografici utilizzati dai grandi maestri. La fondazione Bauhaus Dessau, in collaborazione con Adobe, ha pensato di digitalizzare e dare una nuova impronta a cinque progetti tipografici, utilizzando il programma Adobe Illustrator CC. Il primo, tondeggiante e minimalista, è stato progettato da Joost Schmidt ed è chiamato Joschmi; il secondo, denominato Xants, è un carattere neoclassico ed è stato ricreato da Xanti Schawinsky. E poi c’è il carattere Carl Marx in versione sia Regular che Bold di Carl Marx, Alfarn di Alfred Arndt, e Reross sia Quatratic che Rectangular di Reinhold Rossig. È possibile scaricare i set dei caratteri a questo link: https://fonts.adobe.com/fonts/hidden-treasures?mv=other&ref=tk.com&sdid=S36FMY6Y . Per avere maggiori informazioni, basta visitare il sito web dedicato all’iniziativa: https://adobehiddentreasures.com/ .


- Giulia Zamponi


Fonte: adobehiddentreasures.com

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Lutz & Guggisberg. il giardino

Aggiornato il: 5 dic 2018


Alla Collezione Maramotti è arrivato un giardino eco – sostenibile nel quale la natura si riprende il suo posto. Il duo di artisti Lutz & Guggisberg hanno ideato difatti un progetto per la loro prima personale in una istituzione italiana, seguendo in modo coerente il concept di Fotografia Europea, incentrato sulle "rivoluzioni, ribellioni, cambiamenti, utopie” giocando sul discusso tema ambientale e sulle catastrofi naturali.


Due bolle di gas serra - Lutz & Guggisberg - Collezione Maramotti

L’esposizione si sviluppa in un percorso di cinque sale e presenta oltre venti fotografie di formati diversi montate su pannelli e con interventi di pittura, insieme ad agglomerati di oggetti di recupero selezionati dagli artisti in alcuni magazzini locali.

Nelle loro fotografie, l'atmosfera è quella apocalittica di un apparente disastro appena avvenuto, si vedono difatti attrezzi da lavoro, tavoli, sedie, cassette, tubi di gomma come fossero stati divelti da un uragano. L'uomo non compare mai, ma lascia percepire la su presenza come inevitabile usurpatore del dato naturale. Le immagini dimostrano difatti la rottura casuale di un ordine non sempre perfetto, di una costruzione di un paesaggio che diventa de-costruzione.


Exhibition view - Lutz & Guggisberg - Collezione Maramotti

Gli interventi pittorici rendono maggiormente poetica la visuale immaginifica del dato reale riprodotto dall'immagine fotografica. Utilizzando una grande varietà di media come pittura, scultura, installazioni, video, fotografia, perfomance, e producendo anche una propria biblioteca di libri immaginari in costante crescita, pescano suggestioni dalla scienza, alchimia, e da ogni branca della conoscenza umana, dall’antropologia alla letteratura, dalle arti visive all’architettura o le scienze naturalistiche. Sensazioni ambigue, stupore, connessioni, diventano elementi principali della rappresentazione, in cui il paradosso prende il sopravvento assieme all'ambivalenza e ad un sotterraneo sentimento sovversivo.


Lutz & Guggisberg il giardino

Periodo: 22 aprile – 30 dicembre 2018

Orario di apertura: Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30 sabato e domenica 10.30 – 18.30 chiuso: dall’1 al 25 agosto, 1° novembre

Dove: Collezione Maramotti

via Fratelli Cervi, 66, 42124 Reggio Emilia

http://www.collezionemaramotti.org/it/home


- Francesca Baboni


Exhibition view - Lutz & Guggisberg - Collezione Maramotti

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Paris sans fin: 150 litografie di Alberto Giacometti in mostra alla Fondazione Hermann Geiger

Aggiornato il: 24 nov 2018

A Cecina arriva la Parigi di Giacometti: oltre 150 litografie originali del maestro svizzero ed una selezione di fotografie saranno esposte dal 1 dicembre 2018 al 24 febbraio 2019 presso gli spazi della Fondazione Geiger.


Litografia 045 - Alberto Giacometti - ©Museum - Giacometti

“Paris sans fin. Litografie originali di Alberto Giacometti” è il titolo della mostra allestita presso la Fondazione Geiger di Cecina.

Dopo la mostra di Basilea che ha indagato il rapporto e le influenze reciproche con Francis Bacon, la mostra curata da Klaus Littman espone 150 litografie realizzate dall’artista svizzero tra la fine degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta. Un viaggio nella Parigi di metà Novecento, attraverso la personale lettura di uno dei più importanti artisti del secolo scorso.

Scultore, pittore e incisore svizzero, Alberto Giacometti è autore di opere capaci di indagare in profondità l’animo umano, a partire dalle sculture esili e solitarie, espressione tangibile delle fragilità, della solitudine, ma anche della fierezza dell’uomo del Novecento.

La mostra prende il titolo dal lavoro editoriale che ha raccolto le litografie dedicate a Parigi, dove Giacometti si trasferisce per la prima volta nel 1922: “Paris sans fin” è infatti il libro d’artista nato dall’iniziativa dell’amico greco-parigino Emanuel Tériade, tra i principali editori d’arte del XX secolo, che ha pubblicato libri d’artista come “Jazz” di Henri Matisse e “Cirque” di Fernand Léger.

Un’opera fondamentale, considerata il momento culminante del suo lavoro grafico ma anche il suo testamento artistico: realizzato tra difficoltà e interruzioni dal 1958 al 1965 fu infatti pubblicato postumo nel 1969, in una tiratura di soli 250 esemplari.

Un testo dello stesso artista avrebbe dovuto accompagnare le immagini, ma Giacometti non riuscì a terminarlo, ed è incluso incompiuto.


Litografia 123 - Alberto Giacometti - ©Museum - Giacometti

Le 150 opere esposte a Cecina provengono dalla collezione di Carlos Gross, tra le più ampie raccolte di litografie di Giacometti a livello internazionale e sono arricchite da una selezione di fotografie di Ernst Scheidegger, amico dell’artista, che per due decenni ne ha documentato il lavoro in atelier.

L’inaugurazione è prevista per sabato 1 dicembre alle ore 17. La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 24 febbraio 2019, dalle ore 16 alle ore 20, con ingresso gratuito.

Dopo questa tappa italiana si sposterà prima in Austria e poi volerà oltreoceano, per essere esposta negli Stati Uniti.

“Paris sans fin. Litografie originali di Alberto Giacometti” si configura dunque come l’occasione di ammirare un estratto importante dell’attività di incisore di Giacometti, ed anche come un ponte immaginario tra la Svizzera dell’artista celebre per le figure allungate e sofferenti e quella del farmacista a cui la fondazione cecinese è intitolata.

La Fondazione Hermann Geiger si è costituita infatti nel 2009 per rendere omaggio al farmacista e omeopata svizzero originario di Basilea. Promotrice di attività culturali, di promozione sociale e di valorizzazione del territorio, ha organizzato e ospitato una lunghissima serie di mostre temporanee, dedicate all’arte del Novecento, con nomi come Ernst Ludwig Kirchner, Hermann Hesse, Jean Tinguely, ma anche al cinema, alla scoperta di culture lontane, ai viaggi nello spazio o attraverso i mari, agli oggetti iconici del vissuto quotidiano, come gli scacchi, i giocattoli o i ventagli.


Paris sans fin. Litografie originali di Alberto Giacometti

Periodo: 1° dicembre 2018 – 24 febbraio 2019

Orario di apertura: tutti i giorni dalle 16 alle 20

Fondazione Culturale Hermann Geiger

Piazza Guerrazzi 32, Cecina (LI)

Ingresso libero

https://www.fondazionegeiger.org/it/


- Chiara Beni



Litografia 096 - Alberto Giacometti - ©Museum - Giacometti


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