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La Tate Gallery di Londra porta in mostra uno degli artisti più affascinanti e controversi del XX secolo.

Philip Guston, The Ladder 1987 National Gallery of Art (Washington, DC, USA), The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Philip Guston, The Ladder 1987 National Gallery of Art (Washington, DC, USA), The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth

Nato nel 1913 a Montreal, Canada, da una famiglia ebrea di immigrati, Guston è cresciuto negli Stati Uniti, dove è diventato uno degli artisti astrattisti più famosi tra gli anni '50 e gli anni '60, insieme a Mark Rothko e al suo amico d'infanzia Jackson Pollock.

Durante la sua carriera pittorica, ha sperimentato molti movimenti artistici, dal realismo all'astrattismo, diventando uno degli artisti più importanti dell'Espressionismo Astratto di New York.

Durante questa fase artistica, Guston produsse una serie di opere caratterizzate da pennellati gestuali e da un uso ardito dei pigmenti.


Tra le sue prime sperimentazioni artistiche appaiono i suoi famosi murales che affrontano, insieme a una serie di dipinti, temi relativi al razzismo in America e alle guerre all'estero.

Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Acquisto universitario, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth

Durante gli anni '60, un periodo storico segnato da contrasti sociali e politiche, Guston decise di abbandonare l'astrattismo per produrre opere sempre più provocatorie caratterizzate da scene simili a tavole di fumetti e personaggi con cappelli bianchi i quali simboleggiavano, secondo l'artista, il male e i quotidiani atti razzisti.

Le opere di questo periodo spesso rappresentavano figure umane stilizzate, oggetti quotidiani e paesaggi surreali, tutti elementi che andavano a creare, in formato pittorico, la visione della società contemporanea secondo Guston.


L'esposizione offre ai visitatori la visione di Guston della società attraverso dipinti che spaziano dal personale al politico, dall'astratto al figurativo e dall'umorismo al tragico.


Philip Guston Sleeping 1977 Promised gift of Musa Guston Mayer to the Metropolican Museum of Art, New York, The Estate of Philip, courtesy Hauser & Wirth
Philip Guston Sleeping 1977, Dono promesso di Musa Guston Mayer to the Metropolitan Museum of Art, New York, The Estate of Philip, courtesy Hauser & Wirth


La mostra, che si svolgerà tra il 5 ottobre 2023 e il 23 febbraio 2024, è co-organizzata dalla Tate Modern, il Museum of Fine Arts di Boston, la National Gallery of Art di Washington e dal Museum of Fine Arts di Houston.


Tate Modern Bankside London SE1 9TG

Date 5 Ottobre 2023 – 25 Febbraio 2024



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I Sex Pistols hanno rivoluzionato non solo il mondo della musica. Anche dal punto di vista filosofico hanno sedimentato l’idea che chiunque possa proporre le proprie idee, senza avere una specifica preparazione tecnica.



La loro storia dura dal 1975 al 1978 ma non ha ancora smesso di lasciarci il suo influsso. Epigoni del “ No Future “ hanno aperto in realtà ad una nuova modalità dell’avvenire e costituito una notevole ( forse l’ultima ) rivoluzione culturale. La rivolta è andata oltre alla rappresentazione e l’autore propone come data di svolta il concerto dei Sex Pistols a Manchester il 4 giugno 1976. Anche senza rivolte di piazza il gruppo britannico ha proposto una rottura del passato e del presente che ha aperto ad un futuro ancora in ballo. Dal concerto ricordato sopra è nato il “ chiunque può farlo, fallo anche tu “, che ha dato impulso ad una nuova ontologia del presente negli spettatori e in chi seguiva il movimento. Qui nasce un diverso modo di fare rock e domande sul se stessi. Da quel momento chiunque poteva suonare, anche l’uomo più comune. Il suono del concerto di Manchester fu orrendo, non certo l’attitudine dei gruppo. Il soggetto-spettatore vide una liberazione da certe concezioni esistenziali universali, sondò un nuovo tipo di progresso ancora in divenire. Il gruppo voleva una rivolta perché non vedevano nulla nel futuro ma nonostante ciò creò una rivoluzione proprio perché delineò un nuovo avvenire. Attraverso il post-punk il movimento ha tracciato nuovi tragitti creativi ed esistenziali. I Sex Pistols hanno acceso un fuoco che continua a bruciare. Il loro urlo ha tolto il velo ad una rivoluzione che non era certamente senza futuro, anzi, aspettava solo di uscire socialmente ed esistenzialmente. Con umorismo e provocazione il gruppo britannico seppellì la scuola hippy, con una sfrontatezza che sapeva anche di speranza. Dietro le loro canzoni c’era una stanchezza di vedere maltrattato in vario modo il prossimo. Non sottostava alcun cinismo, urlavano una loro verità sulla contingenza. Tanto di quello che furono i Sex Pistols deriva da una vacanza fatta nella caotica Berlino. Bodies rappresenta la grande importanza che ha avuto il corpo nella storia del punk in generale. Forma di autodeterminazione e sfrontata resistenza alle normative codificate. Per quanto riguarda l’anarchia, nelle parole di Johnny Rotten, se ne discorre dal punto di vista personale. Si voleva una rivolta che significava che tutto era possibile. L’autore afferma che la forza del punk è di non aver messo radici, è stata una linea di fuga, una critica all’esistente e al più recente passato hippy. Su questa caratteristica ci si possono fare domande, non si danno però risposte. ( Stefano Taddei )


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Aggiornamento: 10 lug

Con l’annuncio dei vincitori si è conclusa sabato 8 luglio la XIV edizione del PREMIO COMBAT, concorso internazionale d’arte contemporanea ideato dall’Associazione culturale Blob Art ETS, in compartecipazione con il Comune di Livorno, con il sostegno della Fondazione di Livorno e della casa editrice Sillabe insieme al partner Opera Laboratori, oltre che di Poliart, azienda leader nella produzione di polistirene espanso.


Museo Giovanni Fattori - Granai di Villa Mimbelli
Museo Giovanni Fattori - Granai di Villa Mimbelli


La giuria, composta da Ilaria Gianni, Francesca Baboni, Lorenzo Balbi, Andrea Bruciati, Davide Ferri, Stefano Taddei, ha scelto come vincitore del Premio Combat, dal valore di diecimila euro, Giovanni Chiamenti con l’opera Πλαστιλεῖμμα, con la seguente motivazione: “Il confronto sull'interspecismo e la necessità di una svolta ecologista e sostenibile animano il dibattito globale. Per aver saputo condensare in un'opera dal grande impatto estetico e dalla grande finitezza formale finanche nella scelta dell'elegante display espositivo, tematiche contemporanee e urgenti come la sostenibilità, lo smaltimento delle microplastiche, gli ecosistemi marini e la ricerca su queste importanti materie, realizzando una scultura tecnicamente complessa ed ardita”.



Per la sezione Pittura, la giuria ha assegnato il premio a Giulia Mangoni con l’opera Garigliano sogna Ecuador, con la seguente motivazione:“ Il dipinto di Giulia Mangoni è emblematico di una ricerca sul luogo che l’artista sviluppa da tempo, un luogo che l’artista reinventa facendo incontrare in un’unica immagine paesaggi distanti e lontani, e dando vita a una partitura di campiture e segni piatti, vagamente matissiani, che annulla profondità e distanze, di toni e colori che richiamano una dimensione di lussureggiante esotismo”. Menzione speciale della giuria a Simone Rutigliano.


Giulia Mangoni - Garigliano Sogna Ecuador - olio su telo di mercato verde, 110 x 110 cm
Giulia Mangoni - Garigliano Sogna Ecuador - olio su telo di mercato verde, 110 x 110 cm

Per la sezione Fotografia, la giuria ha decretato vincitore Vaste Programme con l’opera Le nostre radici, con la seguente motivazione: Le nostre radici” è un progetto che ascolta e interpreta in maniera ironico-critico un’urgenza del XXI secolo, costruendo una narrazione sul tema del cambiamento climatico. Il lavoro è un esempio di come la fotografia, uscendo dai propri limiti formali, innestandosi con diversi sistemi visivi, segni e simboli, riesca a diventare un corpo d’esperienza che abbraccia relazioni, spazi e sensi, agendo sulla nostra consapevolezza civica e politica”. Menzione speciale della giuria a Jacopo Valentini.


Vaste Programme - Le nostre radici stampa su profumatore auto in feltro rigido, 8 x 11,8 x 0,2 cm cad.
Vaste Programme - Le nostre radici stampa su profumatore auto in feltro rigido, 8 x 11,8 x 0,2 cm cad.

Per la sezione Grafica, la giuria ha premiato Marco Mandorlini con l’opera Bruciare la mosca con la seguente motivazione: “Costruire una diversa narrazione visiva in una iconosfera oramai immersa nel tecnologico è di per se stessa un'operazione degna di nota, ma aggiungere nel lavoro un qualcosa dal sapore antico, espresso attraverso una tecnica artigianale con materiali poveri ma dall'alta densità poetica è qualcosa che merita allora estrema attenzione.” Menzione speciale della giuria a Michele Savino.


Marco Mandorlini - Bruciare la mosca - stampa serigrafica con colorazione a mano, su carta, pouches per plastificatrici e ramo di olivo 19,5 x 10,5 cm
Marco Mandorlini - Bruciare la mosca - stampa serigrafica con colorazione a mano, su carta, pouches per plastificatrici e ramo di olivo 19,5 x 10,5 cm

La giuria ha decretato vincitore per la sezione Scultura/Installazione, Alexsandar Petkov, con l’opera200x35 cm, con la seguente motivazione: “Il lavoro di Aleksander Petkov spicca per la sua presenza apparentemente composta e dimessa, ma capace di rievocare in modo intenso la processualità che l’ha generato, in cui il cui il disegno della forma nasce dall’incontro di materiali che si attivano e rilanciano reciprocamente. Il lavoro sembra attraversato da una forza che lo spinge verso l’alto, verso un’altezza ideale che coincide con quella del suo studio – due metri e trentacinque centimetri”.

Menzione speciale della giuria a Francesca Bertazzoni.


Alexsandar Petkov - 200 x 35 cm cemento ed intonaco, 97 x 38 x 15 cm
Alexsandar Petkov - 200 x 35 cm cemento ed intonaco, 97 x 38 x 15 cm

Infine, per la sezione Video, la giuria ha assegnato il premio a Sabrina Zanolini con l’opera Job Interview (Waiting room / Wall sit session), con la seguente motivazione: “Per la capacità di catalizzare in pochi minuti e in modo virtuoso l'attenzione sul rapporto tra corpo, spazio e tempo. Riprendendo il pretesto di un esercizio fisico di rilassamento, per giocare sulla logica del condizionamento, l'artista riesce a fagocitare una tensione che aiuta a demistificare l'impatto emotivo dell'attesa. Menzione speciale della giuria a Luca Granato.

Sabrina Zanolini - Job Interview (Waiting room / Wall sit session)
Sabrina Zanolini - Job Interview (Waiting room / Wall sit session)

L’assegnazione del Premio Galleria, premio speciale nato dalla nuova collaborazione con le seguenti sei gallerie di primo piano nel contemporaneo e lo spazio indipendente SAC spazio arte contemporanea di Livorno, consiste nella realizzazione di un progetto espositivo nei propri spazi nella stagione 2023/4, dando così continuità al confronto aperto durante la partecipazione al Premio: La galleria A+B di Brescia ha selezionato come suoi vincitori Francesca Bertazzoni e Simone Rutigliano

La galleria romena IAGA Contemporary Art, con sede a Cluj, ha premiato Michele Savino La galleriaStudio G7 diBologna ha assegnato il premio a James Hillman·

La galleria Lunetta 11 di Borgo Lunetta,a Cuneo, ha decretato vincitore Giulia Mangoni Per la galleria Magazzeno di Ravenna il vincitore è Giovanni Chiamenti La galleriaveneziana Marina Bastianello Gallery ha assegnato il premio a Sabrina Zanolini Lo spazio indipendente SAC spazio arte contemporanea di Livorno, infine, ha selezionato come vincitore Silvia Gelli Il premio Poliart viene assegnato a James Hillman. L’azienda Poliart, leader nel settore del polistirene espanso, sosterrà la produzione di una nuova opera dell’artista.

In ultimo, il Premio della GiuriaPopolare, conferito in base alle preferenze espresse dal pubblico partecipante, viene assegnatoa Gemma Mazzotti con l’opera Burning stars - have fun.



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