Dal 9 novembre 2025 al 10 gennaio 2026, la Sala del Forno della Fortezza Nuova di Livorno ospita Ardente è il passaggio la mostra collettiva di Noemi Mirata, Giampaolo Parrilla e Redusa, a cura di Bianca Basile e prodotta da Forno Project.

Tre giovani artisti — provenienti da Catania, Bologna e Napoli — intrecciano le proprie ricerche attorno a un tema comune: la materia come archivio emotivo, corpo vivo, spazio di trasformazione.
Il titolo, Ardente è il passaggio, suggerisce un attraversamento fisico e simbolico. La mostra non si limita a presentare opere autonome, ma costruisce un paesaggio esperienziale in cui sale, cera e pigmento diventano elementi rituali di una geografia sensoriale condivisa. Il sale trattiene e corrode, la cera protegge ma cede, il calore brucia e rigenera: tre tensioni opposte che si incontrano nella fragilità della forma.
La curatrice Bianca Basile concepisce l’esposizione come un luogo di passaggio più che di contemplazione: uno spazio in cui l’opera si apre alla vulnerabilità e la materia diventa veicolo di cura. «Il gesto artistico — spiega Basile — non nasconde la ferita, ma la rivela come soglia, come possibilità di rinascita.»
Le opere di Noemi Mirata si muovono tra pittura e installazione, evocando processi di metamorfosi naturale. Le sue forme organiche, sospese tra memoria e botanica, raccontano la precarietà dell’esistenza e il ritmo vitale della materia.
Giampaolo Parrilla intreccia pittura e documentazione geopolitica, restituendo alle immagini di conflitto un potenziale simbolico. Le sue tele e i suoi disegni non raccontano la guerra, ma l’eco interiore che essa lascia, fatta di residui visivi e di memoria collettiva.
Redusa (Rebecca Miccio) lavora sulla tensione tra protezione e disfacimento, plasmando ferro, sale e cera in sculture che oscillano tra fragilità e resistenza. Il suo gesto è rituale: una forma che si consuma mentre tenta di sopravvivere.

Nella dialettica fra distruzione e rigenerazione, Ardente è il passaggio diventa una riflessione sul tempo e sulla memoria: un invito a sostare nel trauma, ad abitarlo come esperienza di attraversamento e conoscenza.

La mostra restituisce così l’immagine di un’arte giovane ma consapevole, capace di affrontare il dolore senza estetizzarlo, trasformandolo invece in un linguaggio condiviso, ardente e necessario.
Fortezza Nuova, Livorno
Scali della Fortezza Nuova, 4
Date
8 novembre 2025 - 10 gennaio 2026








