I Doors, come gruppo, sono stati sicuramente schiacciati dalla personalità strabordante di Jim Morrison. Le questioni extra-musicali hanno poi sovente coperto completamente un lascito che andrebbe investigato con più competenza.
E’ quello che si cerca di fare in tale testo. Qui, ad esempio, si propone un giusto riscontro al fatto che la dimensione concertistica del gruppo sia sempre apparsa molto differente da quella catturata su disco. Gli anni di maggiore attività dei Doors sicuramente riscontravano nella dimensione live non solo compagini che svolgevano il compitino di ripetere quello esibito in precedenza ma cercavano di stimolare nel pubblico un lascito differenziato e in continuo divenire. La dimensione teatrale delle performance live dei Doors si insinua copiosamente in questo alveo. Ma non era l’unica. Il libro ci accompagna in un viaggio che pare non essersi ancora compiuto, aperto al futuro ma pure strettamente attaccato al periodo in cui si è maggiormente esemplificato.
- Stefano Taddei
Alberto Nones
Ascoltando i Doors
L'America, l'infinito e le porte della percezione
Mimesis, pp. 158
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