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Giorgio Morandi nella Collezione Eni: due nature morte e una storia di cultura d’impresa

Fino all’11 gennaio 2026, la Sala Fontana di Palazzo Esposizioni Roma ospita Giorgio Morandi nella Collezione Eni. Un viaggio attraverso la storia culturale del cane a sei zampe e l’eredità di Enrico Mattei.


Massimo Bartolini, 100 giorni, 2025 Courtesy San Carlo Cremona e l’artista. Con il contributo di MASSIMODECARLO. Ph: Form Group - Andrea Rossetti
Giorgio Morandi nella Collezione Eni. Un viaggio attraverso la storia culturale del cane a sei zampe e l’eredità di Enrico Mattei, Palazzo Esposizioni Roma

La mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo, realizzata da Azienda Speciale Palaexpo e ideata e prodotta da Eni.


Il cuore dell’esposizione è affidato a due nature morte di Giorgio Morandi, datate 1919 e 1941, appartenenti al nucleo storico della Collezione Eni. Sono opere apparentemente silenziose, ma capaci di aprire una riflessione ampia: su cosa significhi collezionare, su come l’arte possa abitare i luoghi del lavoro, e su quale ruolo abbia avuto la visione di Enrico Mattei nel costruire un rapporto non ornamentale — ma strutturale — tra impresa e cultura.


La collezione nasce infatti tra la fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta, quando Mattei avvia un progetto che va oltre la logica dell’investimento. L’idea è chiara: creare attorno alle persone dell’Eni un ambiente stimolante, dove lo sguardo possa essere allenato e la creatività resti attiva anche nella quotidianità degli uffici. Per questo, accanto a Morandi, entrano in collezione autori come Casorati, Sironi, De Pisis, Cantatore, Guttuso: opere destinate non a rimanere nascoste, ma a vivere nello spazio operativo, come presenza costante.


Negli anni il patrimonio si amplia, includendo anche nomi come Boetti, Adami e Rotella, e si consolida un principio di condivisione: la disponibilità, spesso gratuita, del patrimonio aziendale a curatori e istituzioni internazionali. Le due nature morte di Morandi, del resto, hanno già viaggiato in Giappone, Russia, Stati Uniti e Spagna, portando con sé non solo il linguaggio del maestro, ma anche una storia italiana di modernità e progettualità culturale.


L’allestimento in Sala Fontana accompagna il pubblico dentro questa trama, rendendo visibile una continuità rara: la sintonia tra la pittura di Morandi — fatta di misura, concentrazione ed essenzialità — e la visione di Mattei, che nell’arte riconosceva un esercizio di rigore dello sguardo. In questo incontro tra due nature morte e un’idea di cultura d’impresa, la mostra diventa un invito a guardare meglio: gli oggetti, gli spazi, e la possibilità che arte e tecnica non siano opposti, ma complementari.


Palazzo Esposizioni Roma

Via Nazionale 194


Date

11 Dicembre – 11 Gennaio 2026

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