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Marisa Merz, Geometrie sconnesse palpiti geometrici, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lugano

La ricerca sulla figura umana è stato certamente uno dei rovelli estetici della ricerca di Marisa Merz. Nelle intenzioni della cura di questa mostra proposta dalla figlia Beatrice, tale modalità artistica si esemplifica in peculiari elaborazioni che hanno accompagnato il percorso dell’artista torinese. Il filo di rame e il suo particolare uso aprono le danze di questa mostra.


Marisa Merz, Senza Titolo, 1975, Filo di rame 4 x 23 x 9 cm ciascuna

© Renato Ghiazza - Collezione dell'artista - Courtesy Fondazione Merz


La rassegna poi prosegue con altre importanti esemplificazioni che dialogano in modo indelebile tra loro. Il titolo della mostra fa riferimento ad una frase autografa dell’artista. Ester Coen, nel proprio testo, sottolinea come le piccole teste possiedano una verve interiore che è molto vicina ad un palpito metafisico. L’arte di Marisa Merz è inoltre un continuo rimando di corrispondenze tra parti di oggetti. Tutto ciò non era dovuto alla casualità ma possedeva uno sfondo di studio e ricerca rigorosi.



Marisa Merz, Senza Titolo, s.d., Argilla cruda, resina, pittura oro, disco metallico, 18,5 x 26,5 x 16,5 cm (Ø disco)

© Renato Ghiazza - Collezione dell'artista - Courtesy Fondazione Merz



Marisa Merz, Senza titolo, 1976, Argilla cruda, pittura oro, cera, su treppiede metallico, 139 x 45 x 46,5 cm

© Roberto Pellegrini, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati


La ricerca dell’artista torinese è una mappa personalissima in cui il limite tra visibile e invisibile è parecchio sottile. La forza attrattiva di queste differenti opere in mostra è qui a certificare tale afflato. Il volto, focus della mostra, assume importanti valenze se rivolto nel contemporaneo, un tempo in cui il fisico sta assumendo valenze sempre più rilevanti nel giudizio personale e collettivo. Queste opere invece ci insegnano che la figura è ben più complessa della sua mera rappresentazione. Altresì ci designano la tipicità del tragitto di Marisa Merz nell’ambito dell’Arte Povera. I rimandi di certe manifestazioni hanno accompagnato il lavoro di una vita dell’autrice. Il fatto poi che siano presenti in mostra opere senza data significa che certe elaborazioni non hanno mai smesso di parlare allo spettatore.



Marisa Merz, Senza titolo, s.d., Tecnica mista su carta 76,5 x 57 cm

© Renato Ghiazza, Collezione dell'artista, Courtesy Gladstone Gallery, New York and Brussels


La peculiarità di certe ricerche infatti sta proprio nel trapassare agevolmente le varie congiunture dell’umanità e restare contemporanee. In bilico tra intimità, presenza e assenza il lascito di tale indagine è di saperci far riflettere ed emozionare senza affettazione.


- Stefano Taddei


Fino al 12 gennaio 2020


Collezione Giancarlo e Danna Olgiati parte del circuito MASI LUGANO In collaborazione con Fondazione Merz

Lungolago

Riva Caccia 1

6900 Lugano


Orari di apertura: da venerdì a domenica dalle 11.00 alle 18.00 Entrata gratuita


http://www.collezioneolgiati.ch/14/marisa-merz


www.masilugano.ch/it/861/marisa-merz

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