Massimo Bartolini trasforma la chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona con la sua mostra 100 Giorni
- Redazione

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Fino al 16 gennaio 2026, la chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona si apre a una nuova dimensione di ricerca e immaginazione con 100 Giorni, il progetto site-specific di Massimo Bartolini.

L’iniziativa, resa possibile dall’impegno di Lorenzo Spinelli, conferma San Carlo come spazio dedicato alla creazione e alla condivisione artistica contemporanea.
Entrando nella navata, il visitatore incontra una grande luminaria siciliana spenta: una struttura geometrica, modulare, imponente e fragile allo stesso tempo. È la seconda volta che Bartolini utilizza le luminarie tradizionali del Sud Italia, presentandole nella loro forma dormiente, prive di luce e ridotte all’essenzialità della loro intelaiatura. In questa condizione sospesa, le luminarie diventano architetture di pura promessa: evocano la festa senza celebrarla, trattengono un’energia potenziale che potrebbe accendersi da un momento all’altro — o forse non più.
Questo dispositivo visivo costruisce uno spazio diafano, quasi metafisico, in cui la festa sembra congelata nel tempo: già conclusa oppure ancora in procinto di iniziare. Bartolini lavora come sempre sul confine tra reale e simbolico, trasformando l’assenza di luce in una forma di presenza, un vuoto che chiede allo spettatore di essere colmato con lo sguardo e con il pensiero.

Sul retro dell’altare, un altro intervento introduce un ribaltamento percettivo: un neon rosso si accende per restituire voce e visibilità a due scritte murali provenienti dal carcere di Cremona. Se nella luminaria la luce è sottratta, qui si fa parola accesa, testimonianza che affiora dal margine e diventa pubblica. Il gesto dell’artista mette in relazione due mondi lontani — la dimensione collettiva della festa e quella intima dell’individuo recluso — creando una tensione tra libertà e costrizione, tra silenzio e rivelazione.
100 Giorni si configura così come una doppia soglia: uno spazio in cui la luce oscilla tra presenza e assenza, in cui ciò che è visibile non coincide mai del tutto con ciò che è percepibile. Bartolini costruisce un equilibrio instabile che invita a fermarsi, osservare, immaginare.

Massimo Bartolini (Cecina, 1962) è tra le figure più significative dell’arte italiana contemporanea. La sua pratica — che intreccia scultura, installazione, suono e performance — ha trovato riconoscimento internazionale con partecipazioni alla Biennale di Venezia (2013 e come artista del Padiglione Italia nel 2024), a Documenta 13 (2012), alla Bangkok Art Biennale (2020) e in importanti istituzioni come il Centro Pecci, la Fondazione Merz, la South London Gallery, il Palais de Tokyo e il MAXXI.
Chiesa di San Carlo, Cremona
Via Stefano Leonida Bissolati, 33
Date
Aperto su appuntamento






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