La vulgata moralizzatrice e dominante del Secondo Dopoguerra ha sostenuto l’idea che durante il fascismo non esistesse alcun dibattito culturale.
Nel marasma contemporaneo, pur con difficoltà, tale muro sta mostrando grandi crepe. Questo libro, attraverso la disamina articolata di alcune personalità, restituisce la complessità del rapporto tra arte e fascismo, anche in funzione del periodo successivo. Il primo autore indagato è Edoardo Persico, molto interessato all'architettura ma, soprattutto, sulla scorta degli insegnamenti di Maritain, grande propugnatore di un’arte sacra pienamente inserita nel dibattito italiano ed europeo. In Giuseppe Bottai, dai primi interessi desunti dal Futurismo fino al suo essere uno degli uomini più rilevanti del fascismo, la cultura si lega alla politica, al corporativismo e alla costruzione di un uomo che guarda al passato latino ma che sa esemplificare la sua azione anche nel mondo moderno. In fondo egli rivendica l'auspicio che il futuro stato sia governato e guidato da un gruppo di artisti che lo sappiano accompagnare verso l’avvenire. Seppur destinato a fallire, questo presupposto avrà rivolgimenti anche oltre gli anni Trenta. Negli anni Cinquanta ci fu in Italia una contrapposizione tra una forma italiana e un diverso modo d'intendere l'arte da parte degli americani. In questo dibattito s'inseriscono Cesare Brandi o Aberto Burri. La rivista Primato, negli anni Quaranta, sosteneva questa battaglia contro certe idee provenienti dall'estero. Tra Cinquanta e Sessanta, ad esempio, un autore come Michelangelo Pistoletto sarà tormentato tra italianità e internazionalità. Ma non sarà il solo. Altre idee provenivano anche dalla Carta del Carnaro ( 1920 ) dove l'arte, anche la più umile, era legata al lavoro. Renzo De Felice ha certamente aiutato a trovare corrispondenze tra le due metà del Novecento in Italia. In questo libro sono tante le questioni che legano due parti della storia culturale nazionale che continuano a sembrare molto diverse. Tale saggio testimonia un maturo transito d'idee tra questi periodi ed in cui, quindi, non sono apparse solo cesure nette.
- Stefano Taddei
Michele Dantini
Arte e politica in Italia Tra fascismo e Repubblica
Donzelli Editore, pp. 154
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