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Yves Michaud, L’arte allo stato gassoso. Saggio sul trionfo dell’estetica, Mimesis


Il mondo pare un trionfo di bellezza. Niente di più falso. Ogni questione, anche quelle etiche, paiono essere declinate partendo da questo ( inattendibile ) imperativo.




In tale apoteosi dell’estetica sono scomparse le opere d’arte. Ma è altresì innegabile che l’artistico si è “ gassato ” nel mondo, apparentemente pieno di bellezza. Questo uno dei punti principali di questo saggio, con qualche anno ( ed . or. 2003 ) ma ancora attualissimo. Il nostro è un universo di dispositivi estetici, che non porta alla fine dell’arte ma ad una sua nuova decodificazione. Tutto ciò è pure sostenuto da un’arte che si fa comunicazione, quindi un prodotto culturale da “ spendere ” nel mondo. Nei luoghi classici deputati all’arte si consumano esperienze. L’esperienza artistica è quindi solo una sorta di ornamento dell’industria culturale. L’approccio all’arte contemporanea privilegia una percezione d’atmosfera, dovuta ad una messa in scena espositiva. Si utilizza un’interattività che sembra assomigliare a quella pubblicitaria, modulando ricerche confusionarie che si scordano di relazionarsi con il grande pubblico e certe istituzioni fanno numeri solo grazie alle visite delle scolaresche. In più l’arte non ha più un carattere rivoluzionario, è silenziosa, al massimo engagé per i soliti. Si pone inoltre come ermetica ma le stesse esperienze le può fare anche l’uomo comune. C’è poi un’attenzione sulla procedura del fenomeno artistico, una sorta d’artizzazione che esce dai soliti canoni o luoghi deputati e tutto può perciò diventare vaporizzazione estetica. Durante buona parte del Novecento l’arte si poneva in alternativa al vivente e aveva uno sguardo prettamente occidentale. Faceva parte di una storia che, con gli anni Ottanta, è stata quasi definitivamente dimenticata. Con gli anni Novanta, dove nuovi attori mondiali fanno la loro comparsa, l’arte diventa tendenza e senza alcuna aspirazione d’incidere sul contingente. Ora siamo immersi in esperienze iperattive, dove lo spettatore vive una continua e distratta coercizione relazionale. L’immagine si fa perciò sfuggente, una metamorfosi a comando. Ha bisogno di riti, e qui l’arte contemporanea si pone come preda facile alla comicità, ma il problema è che spesso propone esperienze fasulle, troppo fuori dal tempo della vita. Siamo giunti ad un’arte che può soddisfare un piacere edonistico, modulato e slegato da quello che è il contingente. Tale godimento cerca un continuo nuovo che assomigli a quello della moda o della pubblicità, perciò sensazionale ma innocuo. Tutto può andare bene, ogni mezzo e ogni tematica. Difficile uscire da questo tranello ben orchestrato. In fondo la bellezza non è tutta attorno a noi ?


- Stefano Taddei


Yves Michaud

L’arte allo stato gassoso

Saggio sul trionfo dell’estetica

Mimesis, 2020

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