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Lucca Art Fair Digital Art Weeks, organizzatori soddisfatti per la versione online da poco conclusa. Appuntamento con Lucca Art Fair 2022 al Real Collegio di Lucca.

La prossima edizione integrerà presenza fisica e piattaforma digitale



L’evento ha chiuso la scorsa domenica dopo 10 giorni (dal 28 maggio al 6 giugno 2021) di talk, collezioni, progetti curatoriali che hanno affiancato la parte espositiva. Tutto 100% online.

La nuova piattaforma T.O.E. Art Market (www.toeartmarket.com), dedicata al mercato dell’arte, ha fatto infatti da supporto alla fiera digitale dopo lo spostamento al 2022 della rassegna fisica, a causa delle restrizioni causate dalla pandemia, e ha ospitato in tutto 5.639 visitatori collegati in rete da 70 Paesi, di cui il 86% Italia e Europa e il restante 14% provenienti da Asia e Americhe.

Trenta le gallerie che hanno partecipato con stand virtuali, 4 i curatori (Paolo Batoni, direttore della fiera, creatore del Premio Combat e della piattaforma T.O.E.; Beatrice Buscaroli, storica dell’arte, critica dell’arte, giornalista, docente; Francesca Baboni, curatore indipendente; Kiki Mazzucchelli, curatore indipendente) che hanno presentato le loro visioni di collezione; 1 progetto espositivo, Art Tracker a cura di CampoBase, dedicato alla giovane arte emergente e realizzato in collaborazione con il Premio Combat; una decina di interviste condotte da Arianna Baldoni e Bianca Trevisan trasmesse sui social della fiera e oltre 1000 opere esposte online.

L’appuntamento è stato l’occasione per riunire, ampliare e consolidare la community di collezionisti e appassionati d’arte che ormai da anni seguono Lucca Art Fair e ha offerto la possibilità di confrontarsi e fruire di una vasta e curata offerta artistica.



«Siamo soddisfatti - ha commentato Paolo Batoni – l’esito della fiera digitale non era affatto scontato, essendo la prima edizione. Invece, il grande numero di visitatori online, più di 5600, ci spinge a continuare questa esperienza che si andrà ad integrare alla sesta edizione in presenza di Lucca Art Fair 2022, in programma a maggio nella nuova sede del Real Collegio, all’interno delle mura di Lucca. Nel frattempo il percorso espositivo virtuale delle gallerie continuerà ancora nei prossimi mesi sulla piattaforma T.O.E. Art Market con diversi appuntamenti che potenzieranno l’idea di esperienza a 360° che vogliamo portare avanti».




Le gallerie che hanno partecipato a Lucca Art Fair Digital Art Weeks e resteranno sulla piattaforma digitale T.O.E. sono: a-space, Rheinfelden, Svizzera | ARCgallery, Monza, Italia | Associazione culturale Galleria delle Visioni, Piacenza, Italia | Bernabò Home Gallery Contemporary, Trezzo sull’Adda, Milano, Italia | Bernabò Home Gallery, Trezzo sull’Adda, Milano, Italia | Casa d’Arte San Lorenzo, San Miniato, Pisa, Italia | Cella Art & Comunication, Santa Margherita Ligure, Genova, Italia | Colossi Arte Contemporanea, Brescia, Italia | Combat Prize collection, Livorno, Italia | Eldevenir Art Gallery, Torrox, Málaga, Spagna | ESH Gallery Milano, Italia | Galería Zunino, Siviglia, Spagna | Galleria GranelliLivorno, Italia | Galleria Incinque Open Art Monti, Roma, Italia | Guastalla Centro Arte, Livorno, Italia | IAGA Contemporary Art, Cluj-Napoca, Romania | Il Castello, Milano, Italia | IPERCUBO, Milano, Italia | La Bottega dell’Angelo, Ostuni, Brindisi, Italia | LDXArtodrome Gallery, Berlino, Germania | Photonic Art by Light Studio, Milano, Italia | PoliArt, Milano, Italia | Prototip, Belgrado, Serbia | Rado Art, Londra, Regno Unito | Reflektor Gallery, Uzice, Serbia | Sangallo Fine Art, Vasto, Chieti, Italia | Vannucchi Arte, Prato, Italia |VinciArte, Padova, Italia | Zamagni Galleria d’Arte, Rimini, Italia.


- Redazione

L’arte, pur non lasciandovi segni pregnanti, vive le follie della congiuntura contemporanea.






In tale situazione è abbastanza normale che gli autori permangano solo immettendo le proprie ricerche in questo alveo senza alcun navigatore. Durante il Novecento, ma principalmente dopo il Secondo Dopoguerra, l’arte si è presentata come contemporanea per una rottura profonda con il passato più recente o quello di derivazione classica. Il problema è che mancano tuttora demarcazioni certe su tali ricerche. Cosa fa di loro l’essere contemporanee? Qui l’estetica manca di precisione, forse perché troppo legata a stilemi del passato, mentre l’arte brancola nel buio di una creatività che forse si è spinta troppo avanti per essere circoscrivibile. Tutto ciò porta ad un notevole stato ansioso di tali discipline. Partendo da questa congiuntura l’autore mostra come questa situazione porti parecchie conseguenze nell’attualità .Si respira ovunque infatti un senso estetico diffuso che crea ancora più difficoltà nel demarcare l’artistico. Sembra poi che per essere contemporanei si debba proporre uno scarto nel flusso della contingenza. L’arte contemporanea ha abdicato all’educare la società, si è fatto in un certo senso muta, brancolando tra arte totale e non-opera. In questo ultimo campo è stata sostenuta unicamente dal pensiero ma in questa incertezza si è fatta inghiottire dall’ansia. Il contemporaneo ha poi proposto nuove esemplificazioni rispetto a cosa è arte e cosa no, all’originale e all’autentico ma pure su cosa è inespressivo e inautentico. Ciò ha portato autori come Francis Bacon, muovendosi nel solco della tradizione, a proporre un eccesso di sensibilità e dare corpo visibile a delle forze del sistema nervoso prima invisibili. Poi il libro rende conto del concetto di simulacro, dove l’arte trova sempre possibilità esemplificative. Immettersi in tale flusso, mostrarne le incongruenze, può essere lascito importante all’umanità per comprendere meglio il nostro presente. La prevaricazione della mente dell’uomo da parte della tecnologia, una natura con cui raffrontarsi continuamente e talmente grande e altra da essere molto vicino ad un nuovo sublime, ha desacralizzato possibilità di sopravvivenza di concezioni di creatività plurisecolari. Arte e filosofia, particolarmente da Hegel in poi, hanno avuto un conflitto che si è esteso fin al contemporaneo. Con l’Arte concettuale la ricerca si è smaterializzata e si è fatta mero concetto. Ciò non è ancora finito visto che anche nelle ricerche più recenti la cosa-opera ha perso terreno rispetto all’idea. Pare sotto ai nostri occhi essere andata in scena una sorta di vendetta dell’arte sulla filosofia. Anche il Minimalismo si pose come alternativa a certe concezioni espressive precedenti, anche se mantenne, facendone il tutto, l’oggetto artistico. Qui, nonostante roboanti proclami di certi suoi protagonisti, si continua però a cercare una relazione, anche indebolendo la referenza. Il cattivo gusto e il falso sono poi entrati prepotentemente nella società, dove è ben presente anche il kitsch. In mezzo anche a queste opere inautentiche pare che l’uomo possa trovare una sorta di anelito di contentezza. Ciò lo eleva, anche solo per un poco, dalla sua situazione ansiosa. Il soggetto può prestare attenzione a questi oggetti e da lì si può creare una relazione foriera d’avvenire, anche per l’arte contemporanea.


Stefano Taddei





Laufzeit unter Vorbehalt.


L’arte contemporanea sovente vive della pura contingenza. Vi sono invece rilevanti autori che guardano al passato per leggere con più precisione il presente. Uno di questi è Anselm Kiefer.



Anselm Kiefer, Die Große Fracht, 1981/1996, Sammlung Grothe in der Kunsthalle Mannheim, Foto: Charles Duprat, © Anselm Kiefer




Anselm Kiefer, Frauen der Antike, 2006, Foto: Wienand Verlag, Sammlung Grothe in der Kunsthalle Mannheim, © Anselm Kiefer



Diciannove sono i lavori presenti in questa mostra, tutti provenienti dalla collezione Hans Grothe. In queste opere si possono ritrovare le solite riflessioni sulla storia del popolo tedesco ma ciò non può non riguardare anche il resto dell’umanità.

Queste opere possiedono una simbologia evidente ma straniante, simbolo delle varie peregrinazioni esistenziali proposte dall’autore. Ecco quindi che il retaggio culturale primigenio dell’artista si è, nel tempo, modificato ed è andato a mischiarsi con tanto altro.


Palmsonntag © Anselm Kiefer, Sammlung Grothe, Foto: Heiko Daniels / Kunsthalle Mannheim

Le opere e le sculture di Anselm Kiefer possiedono una loro specificità che le rende tipiche. Elementi naturali e non fanno i queste elaborazioni una summa di trasporti interiori ed esteriori.




KUNSTHALLE MANNHEIM FRIEDRICHSPLATZ 4 68165 MANNHEIM +49 621 293 6423 INFO@KUMA.AR

FINO AL 6 giugno

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