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Gallerie, progetti curatoriali, visite guidate e talk. È ricchissimo e rinnovato il programma dell'edizione 2019 di Lucca Art Fair, la mostra dedicata all'arte moderna e contemporanea che torna al Polo Fiere di Lucca il prossimo fine settimana (dal 17 al 19 maggio).


Lucca Art Fair 2018 - photo by courtesy of Francesca Giari
Lucca Art Fair 2018 - photo courtesy of Francesca Giari

Diretta da Paolo Batoni e realizzata in collaborazione con Lucca Crea con il patrocino del Comune di Lucca, della Camera di Commercio di Lucca e di Confindustria Toscana Nord, la kermesse fieristica quest’anno racchiude al suo interno quarantaquattro realtà del contemporaneo suddivise in quattro sezioni principali, confermandosi un autorevole punto di riferimento per il Centro Italia e non solo.

«Uno dei nostri obiettivi principali – spiega Batoni – è quello di cercare di sostenere il fermento e le tendenze che stanno emergendo dal mercato dell’arte contemporanea, affiancando e incoraggiando una nuova generazione di collezionisti e visitatori ad avvicinarsi, attraverso la fiera, al mondo dell’arte contemporanea».

Una Main Section, coinvolgerà ventotto gallerie consolidate nel panorama nazionale, proponendo una felice combinazione di opere del moderno, del periodo post bellico e del contemporaneo.


Lucca Art Fair 2018 - photo by courtesy of Nicol Claroni
Lucca Art Fair 2018 - photo by courtesy of Nicol Claroni

Per la prima volta quest’anno la Temporary Art Zone (T.A.Z) sarà riservata a progetti “solo show”. Tra questi, da segnalare “Il giardino di Pia Pera”, un progetto fotografico realizzato da Maria Cristina Vimercati (già presentato nel 2016 ai Frigoriferi Milanesi) al quale partecipò la scrittrice, saggista e traduttrice lucchese Pia Pera.

Con Letture Critiche, a cura di Francesca Baboni, le gallerie presenteranno due artisti in dialogo tra loro potenziando la sperimentazione artistica e curatoriale. Tra questi, in particolare, vedremo: la collaborazione tra l’artista iraniano Navid Azimi Sajadi e l'artista turco Baris Saribas, il progetto di Andrea Saltini e Canemorto presentato dalla galleria Rizomi, il confronto parallelo per due contesti artistici diversi tra Giuliano Tomaino e Gianni Ruffi e, infine, Angelo Filomeno e Bertozzi&Casoni, molto vicini per estetica e poetica presentati dalla galleria Giovanni Bonelli.


Lucca Art Fair 2018 - photo by courtesy of Nicol Claroni
Lucca Art Fair 2018 - photo by courtesy of Nicol Claroni

Lucca Art Fair presenterà per il secondo anno consecutivo anche il progetto Art Tracker a cura di Gabriele Tosi che valorizzerà talenti under 35 esponendo lavori inediti e site specific degli artisti Stefano Bazzano, Francesco Levy, Paolo Peroni e Maddalena Tesser, non solo all’interno degli spazi della fiera ma anche nella suggestiva Casermetta San Frediano, situata sul camminamento delle mura di Lucca.

Proprio alla Casermetta San Frediano giovedì 16 maggio, ore 18, sarà infatti inaugurato il primo capitolo del progetto Art Tracker che, intitolato “Turmoil”, si configurerà come una sorta di anteprima energetica della fiera, mentre il secondo capitolo (“The Tent”) si svolgerà direttamente a Lucca Art Fair a partire da venerdì pomeriggio.

”No title” from the series ”Azimuths of Celestial Bodies” cm 100x100. Photo courtesy of Francesco Levy
”No title” from the series ”Azimuths of Celestial Bodies” cm 100x100. Photo courtesy of Francesco Levy

Riuniti sotto il titolo “Vissi d’Arte” si rinnovano anche i talk dedicati ad approfondimenti sul mondo dell’arte, con direttori di musei, artisti, curatori, manager ed esponenti di archivi d’artista tra cui Filippo Tibertelli de Pisis, presidente dell’Associazione Italia Archivi d’Artista. Il format delineerà una visione multipla e incrociata sul sistema dell’arte, costruita sulla base di diverse esperienze e visioni.

Tra le proposte collaterali si confermano le visite guidate gratuite ( prenotazione obbligatoria scrivendo a info@luccaartfair.it ) a cura di Francesca Baboni, un percorso volto a mostrare i grandi artisti dell’arte moderna e le nuove proposte degli emergenti, con l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico al collezionismo e al sistema dell’arte.

Per questa quarta edizione la fiera si arricchisce, infine, del nuovo Premio Viero per l’Arte Contemporanea, un riconoscimento promosso da Viero paints, brand internazionale di prodotti materici e vernicianti rivolti al mondo dell’architettura, del design e dell’arte. Sabato e domenica - dalle ore 11 alle 19 – sarà, infine, attivo il servizio bus navetta gratuito per collegare con cadenza di 20 minuti il Polo Fiere alla Stazione Centrale di Lucca e a Porta San Pietro.


Per il programma dettagliato consultare il sito:


Dove Lucca Polo Fiere via della Chiesa XXXII, trav I, 237

Data 17 - 19 Maggio 2019

Orari

Venerdì 17 Maggio dalle ore 17 alle ore 20 Sabato 18 Maggio dalle ore 11 alle ore 20 Domenica 19 Maggio dalle ore 11 alle ore 20

Parcheggio Gratuito antistante l’ingresso.

Bus navetta gratuito

Sabato e domenica, dalle ore 11 alle ore 19. Andata e ritorno ogni 20 minuti con seguenti fermate: Stazione Centrale di Lucca, Porta San Pietro, Polo Fiere.

Titoli d'ingresso Biglietto giornaliero venerdì 17 maggio: € 5,00 Biglietto giornaliero sabato 18 e domenica 19 maggio: € 10,00 Ridotto giornaliero sabato 18 e domenica 19 maggio: € 8,00* Ridotto easy € 5,00 studenti muniti di tesserino o libretto identificativo

Convenzioni varie: Carta Più e Multipiù – Feltrinelli – Confindustria Toscana Nord – Teatro del Giglio, Lucca - Museo della follia, Lucca – Fondazione Ragghianti, Lucca *Ingresso ridotto giornaliero per gruppi (minimo 10 persone), disabili, invalidi e over 65. Ingresso gratuito per i ragazzi fino a 12 anni compresi accompagnati da adulti

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- Redazione

 
 

A quindici anni dalla scomparsa di Lygia Pape, artista eclettica proveniente da Rio De Janeiro, la Fondazione Carriero presenta una sua mostra personale, con l’intento di raccontare ed approfondire il suo percorso artistico, interessante chiave di lettura per interpretare le istanze del nostro presente con un approccio meno intriso di regole e più orientato alla spontaneità e all’istinto. La mostra, a cura di Francesco Stocchi, è la prima mai dedicata da un’istituzione italiana ad una delle maggiori e più rilevanti esponenti del Neoconcretismo in Brasile.


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Lygia Pape - Desenho, Espacos Imantados, Registro Cinematogafico, 1980 - drawing and collage on technical paper - © Projeto Lygia Pape

Nell’arco dei quarantacinque anni della carriera di Lygia Pape, il suo lavoro ha attraversato una gamma variegata di generi e media espressivi, raccontandosi attraverso il mondo della scultura, dell’incisione, della pittura, del balletto, della fotografia, del disegno, della performance, del cinema, del video e dell’istallazione.

Lygia Pape è stata una figura chiave del movimento del Concretismo e cofondatrice del movimento del Neo-concretismo, ondate artistico-culturali molto attive in Brasile per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta. In quel tempo, mise in discussione i fondamenti dell’astrattismo alla base della filosofia estetica dell’arte concreta e mirò ad esprimersi in modo più sensoriale ed armonico. Arte precisa, geometrica, lineare, minimalista fu quella rappresentata nei primi anni della sua carriera, costruendo un lessico basato sulla geometria delle linee, dei tagli, delle griglie. Le forme geometriche dell’arte concreta vengono così riformulate e trasformate in oggetti organici tridimensionali: solo nell’incontro con l’esperienza dello spettatore attraverso i sensi e nella sua attiva e personale partecipazione, si attuerà il processo ed in questo modo, l’opera d’arte si completerà.


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Lygia Pape - Livro do Tempo (Escultura média), 1965 - car paint, tempera, acrylic and latex on wood - © Projeto Lygia Pape

L’artista poliedrica brasiliana ha fatto proprio il linguaggio del modernismo europeo per poi fonderlo con le istanze della cultura del suo Paese, fino ad arrivare a una personalissima sintesi tra le pratiche artistiche. Elemento portante della sua arte è il rapporto viscerale con la sua terra natale, il Brasile. Il lavoro di Lygia Pape presenta una particolare declinazione del modernismo, dove la figura umana acquisisce centralità e il linguaggio si apre alla sensualità. Mentre il modernismo europeo propone il superamento del passato tramite un sistema organizzato di teoria e metodo, di rigore e razionalità, la proposta modernista di Lygia Pape si nutre della sua cultura d’origine: riesce così a muoversi e trasformarsi più liberamente traendo ispirazione dalla natura e dall’uomo. Il risultato di questo processo dà vita a un corpus di opere che miscela diversi mezzi espressivi, stimolando tutti i canali percettivi dell’osservatore, fino a reinventare il rapporto tra lui stesso e l’opera d’arte in un’ottica fortemente contemporanea.


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Lygia Pape's Portrait, 1978 - Unknown author - © Projeto Lygia Pape - Courtesy Projeto Lygia Pape and Hauser & Wirth

La mostra “Lygia Pape” si terrà dal 28 marzo al 21 luglio 2019 ed è stata resa possibile grazie alla stretta collaborazione con l’Estate Projeto Lygia Pape, e a prestiti provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche e collezioni private.

Offre ai visitatori l’occasione di avvicinarsi alla produzione dell’artista e osservarla da molteplici punti di vista, a partire dall’analisi della sua ricerca, una sintesi tra invenzione e contaminazione, tra passato e presente, da cui emergono colore, gioia e sensualità. Il pieno e il vuoto, la presenza e l’assenza convivono ponendo in risalto la figura dell’artista e la sua continua sperimentazione, supportata dalla capacità di fondere in maniera inedita materiali e tecniche mediante l’utilizzo di modalità espressive e linguaggi non convenzionali. Il complesso della sua produzione evidenzia infatti come ogni nuova ricerca nasca e si sviluppi come naturale evoluzione delle precedenti, in un continuum armonico. Queste connessioni sono messe in risalto dall’allestimento delle opere in mostra, che si articolano negli ambienti della Fondazione e rimangono legate a una radice comune; il filo conduttore trova la sua origine nell’osservazione della natura e nella sua traduzione in segno. Seguendo l’architettura della Fondazione, la mostra rappresenta un vero e proprio viaggio nel mondo dell’artista, che si articola in diversi ambienti, ciascuno dedito all’approfondimento di un aspetto del suo lavoro attraverso la presentazione di nuclei di opere realizzate tra il 1952 e il 2000.

Tra le opere esposte troviamo alcuni dei suoi principali lavori , come ad esempio “Livro Noite e Dia” e “Livro da Criação”, libri intesi come oggetti con cui lo spettatore entra in relazione e che condensano esperienze mentali e sensoriali. I “Tecelares”, la serie di incisioni su legno in cui si fondono tradizione popolare brasiliana e ricerche costruttiviste di origine europea. E ancora, “Tteial”, la celebre installazione che racchiude tutta l’indagine di Lygia Pape sui materiali, la tridimensionalità e la costante propensione all’innovazione e reinterpretazione del suo linguaggio.


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Lygia Pape - Ttéia 1, C, 2000 - Installation view: gold thread, spikes, wood and light - Photo by Luiza Pape Fortes

Lygia Pape

A cura di: Francesco Stocchi

Periodo: 28 marzo 2019 - 21 luglio 2019

Orario di apertura: da martedì a domenica, dalle 11.00 alle 18.00

chiuso il lunedì

Dove: Fondazione Carriero

via Cino del Duca, 4 - 20122 Milano

Ingresso libero


-Giulia Zamponi

 
 

Ha aperto il 24 gennaio a Milano ICA - Istituto per l’arte contemporanea, fondazione no-profit diretta da Alberto Salvadori. Il modello proposto è quello dell’Istitute of contemporary art di matrice anglosassone, né museo né galleria ma luogo di ricerca sulla realtà contemporanea.

L’attività della fondazione si propone infatti di portare avanti un programma espositivo che spazi dal ‘900 fino all’attualità con una vocazione interdisciplinare che cerca di soddisfare le aspettative e le richieste del pubblico tout court.


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Apologia della storia - The Historian’s Craft- Installation view - ICA MILANO , 2019

Collocato in un’area industriale - zona Ripamonti - l’istituto nasce in uno stabile industriale degli anni ’30 che si affaccia su un cortile condiviso con una famosa azienda di macchine per il gelato. Una facciata dismessa anticipa l’aspetto decadente dell’interno: cemento, mattoni a vista, vecchi infissi, il tutto lasciato tale ad accentuare il carattere underground dell’edificio. Lo spazio sembra dunque riqualificarsi grazie alla presenza delle opere d’arte inserendosi così a pieno titolo in quel processo che ha visto protagonista la stessa area in cui è situato. Il centro sorge infatti in prossimità della ormai consolidata Fondazione Prada creando una rete di istituzioni dedicate al contemporaneo capaci di rendere la periferia della città nuovo centro propulsivo per la cultura.

Ma quella tra le due istituzioni è una vicinanza che sembra essere perseguita dal nuovo Istituto per l’Arte Contemporanea non solo attraverso la posizione ma anche tramite alcune scelte stilistiche, come l’idea del riuso di uno stabile preesistente, la struttura giocata sui toni dei bianchi e dei grigi del cemento, più banalmente se vogliamo, con i fogli di sala che presentano un font e una grafica simili a quelli di Fondazione Prada. Una connessione dunque quella con il colosso di Prada direi non casuale ma piuttosto ricercata e messa in evidenza.


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Apologia della storia - The Historian’s Craft- Installation view - ICA MILANO , 2019

La sede ha inaugurato con la mostra collettiva Apologia della storia - The Historian’s Craft a cura di Alberto Salvadori e Luigi Fassi. Il titolo riprende l’omonimo libro dello storico francese Marc Bloch (1886 - 1944) iniziatore della fortunata scuola de Les Annales. Ad ispirare la mostra è il principio alla base della nuova ricerca storiografica proposta da Bloch, ovvero un’analisi scientifica attenta non solo agli “eventi” della storia ma anche alle psicologie collettive, agli uomini comuni e alla vita quotidiana. Animato da tale forte istanza umanistica, l’approccio di Bloch viene qui messo a confronto con la metodologia usata dagli artisti stessi che operano, appunto, tenendo di conto dell’uomo nella sua interezza. L’artista come storico per la sua lettura dell’essere umano ma anche per la convinzione, cara a Bloch e alla sua scuola, che una più consapevole conoscenza del passato possa permettere di affrontare meglio i problemi del presente. Si riuniscono dunque per l’occasione i lavori di dodici artisti internazionali che indagano le loro singole storie per comporre un’idea storia capace di aprire lo sguardo ad una riflessione critica sulla contemporaneità.


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Apologia della storia è la prima di una serie di iniziative rivolte alla cultura contemporanea nel senso più ampio: cinema, performance, filosofia, musica, letteratura, progetti vari su cui potrete rimanere aggiornati consultando il loro sito. Merita sicuramente una segnalazione il progetto Gallery Focus dedicato alla storia delle più importanti gallerie italiane dagli anni ’50 ad oggi, un progetto che si propone di dare voce e memoria alle realtà che hanno spesso favorito l’ingresso in Italia di artisti poi affermatisi nel tempo. Il primo incontro, tenuto da Caterina Toschi, si terrà a Marzo e sarà dedicato alla Galleria Dell’Ariete e al suo ruolo cruciale nell’inserimento degli artisti americani promossi da Leo Castelli.


Titolo: Apologia della storia - The Historian’s Craft

Periodo: Dal 24 Gennaio 2019 a Venerdì 15 marzo 2019

Orario di apertura: giovedì/venerdì/sabato/domenica, 12-20

chiuso dal lunedì al mercoledì.

Dove: ICA MILANO

Via Orobia 26, 20139 Milano

Ingresso libero


- Giulia Zompa


 
 
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