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L’evento finale di Piccolo Grande Cinema porta sullo schermo del Cinema Arlecchino un’esperienza visiva e sonora che supera i confini del cinema tradizionale. Protagonista della serata è DUéL, la nuova videoinstallazione dell’artista e musicista sperimentale Gino Lucente, realizzata nell’ambito della collaborazione tra Cineteca Milano e Casa degli Artisti, dove Lucente è attualmente in residenza.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
DueL Flyer, elaborazione grafica di Gino Lucente

In DUéL, Lucente intreccia due film lontani nel tempo ma sorprendentemente vicini per tensione psicologica: Él di Luis Buñuel (1953) e Duel di Steven Spielberg (1971). Nel montaggio in loop di tredici minuti, frammenti delle due pellicole scorrono in un dialogo serrato, nervoso, specchiante.


Le immagini si rincorrono, si sovrappongono, si annullano e si amplificano, mentre una composizione sonora originale firma l’atmosfera dell’intera installazione. Il risultato è un “doppio sogno/incubo cinematografico”, come lo definisce Matteo Pavesi, direttore della Cineteca di Milano, che ha accompagnato l’artista nella nascita del progetto.


«Il montaggio di DUéL – racconta Pavesi – è un’esplosione di ossessioni, gelosie e pulsioni di morte. Spielberg sogna Buñuel e viceversa, e lo spettatore rimane catturato in questo gioco di specchi.» La scelta del titolo, fusione dei due film, non è un semplice omaggio, ma la miccia che accende un’opera capace di restituire la paranoia e la perdita di controllo che attraversano l’immaginario cinematografico del Novecento.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Gino Lucente, Loro 3, 2022, light box in resina e polvere di marmo. 28x25x8cm. Courtesy Galleria Lorenzo Vatalaro.

DUéL è il più recente capitolo della collaborazione tra Lucente, Cineteca Milano e Casa degli Artisti, coordinata da Lorenzo Vatalaro. Una collaborazione che negli ultimi due anni ha dato vita a un percorso articolato di ricerca: dal film-collage Sagra alle colonne sonore eseguite dal vivo per Il carretto fantasma di Sjöström e The Lodger di Hitchcock, fino all’accompagnamento musicale di Aelita di Protazanov.


DUéL rappresenta oggi un’evoluzione di questo dialogo, ampliandolo in un dispositivo audiovisivo autonomo e immersivo.


La serata-evento sarà ulteriormente arricchita da un DJ set realizzato dallo stesso Lucente, che espanderà nel suono le pulsazioni, le ansie e i riverberi della videoinstallazione. Una chiusura vibrante, che unisce cinema sperimentale, musica elettronica e ricerca visiva.


Cinema Arlecchino

Via San Pietro all’Orto 9, Milano


Date

15 novembre 2025

 
 

Dal 15 novembre 2025 al 14 febbraio 2026, gli spazi ritrovati di Palazzo Soranzo Novello a Castelfranco Veneto si riaprono al pubblico con PORTOFRANCO, progetto espositivo multidisciplinare curato da Rossella Farinotti e promosso da NOT Titled YET con il sostegno del Comune di Castelfranco Veneto e della Camera di Commercio Treviso-Belluno.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
IT 2023 Marmo nero del Belgio 37 x 19 x 41,5 cm Courtesy Maurizio Cattelan’s Archive

Chiusa al pubblico per oltre un decennio, la storica dimora settecentesca – poi sede bancaria fino agli anni Duemila – torna a vivere nella sua identità ibrida, in equilibrio tra memoria barocca, estetica anni Settanta e slanci contemporanei.


Il filo conduttore dell’intero progetto è il tema del doppio: architettonico, temporale, simbolico, emotivo. Una dualità che diventa chiave di lettura per le opere e per il palazzo stesso, concepito come organismo narrante, fatto di tracce, assenze, stratificazioni e rinascite.


Lungo tre piani e molteplici ambienti – saloni veneziani, cantieri sospesi, dettagli dimenticati – la mostra presenta il lavoro di 23 artisti italiani e internazionali, con opere site-specific che dialogano con l’identità del luogo. Pittura, scultura, video, fotografia, installazione e performance costruiscono un racconto corale che esplora memoria, trasformazione, intimità e immaginazione futura.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Silvia Mariotti_Flows, leaves and beyond

Tra gli interventi più emblematici, Maurizio Cattelan realizza due installazioni in spazi nascosti e una scultura ironica nelle sale storiche; Adam Gordon introduce una tensione enigmatica con un grande dipinto, mentre Thomas Braida sovverte l’estetica del paesaggio in chiave monumentale e irriverente.


Silvia Mariotti integra la natura negli ambienti, Guido Guidi traccia mappe visive del territorio, Silvia Negrini accompagna lo sguardo con dittici incisi ex-novo. Al percorso partecipano anche Vincenzo Agnetti, Duane Hanson, Flavio Favelli, Vedovamazzei, Goldschmied & Chiari, Zoe Williams, e molti altri, in un dialogo che anima il palazzo come una comunità temporanea.


Con un ricco public program fatto di talk, laboratori, performance, residenze e collaborazioni con le eccellenze artigiane locali, PORTOFRANCO non è una semplice esposizione ma un dispositivo vivo di rigenerazione culturale, preludio al futuro Museo Civico di Castelfranco Veneto.


Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Thomas Braida, Rito apotropaico, 2022

Come afferma la curatrice, tutto nasce dal luogo: «La suggestione è la chiave per leggere questo progetto». Ed è proprio in questa oscillazione tra ciò che è stato e ciò che potrà essere che PORTOFRANCO trova la propria forza: un invito a guardare il passato come seme di possibilità, e l’arte come strumento di attivazione del reale.


Palazzo Soranzo Novello

Corso 29 Aprile, 23 - Castelfranco Veneto


Date

15 novembre 2025 - 14 febbraio 2026


 
 

Dopo oltre trent’anni di assenza, Massimo Scolari torna ad esporre a Milano negli spazi storici della Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura, che lo aveva accolto per l’ultima volta nel 1992.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Massimo Scolari, Città Moderna, 1995

Solca Mari Mossi, in programma dal 19 novembre al 24 dicembre 2025 con opening il 19 novembre alle ore 18.00 in Corso Garibaldi 125, è una mostra densa e rigorosa che ripercorre oltre mezzo secolo di ricerca artistica, dagli anni Settanta al 2020.


L’esposizione riunisce oli, acquerelli e incisioni in gran parte inediti, in cui convivono due grandi ossessioni scolariane: gli archetipi figurativi e l’architettura delle montagne, quest’ultima intesa come forma primigenia, simbolica e cosmogonica. Pittore, scultore, designer, teorico e storico, Scolari incarna l’idea di artista come poíētēs, colui che “fa”: dipinge, costruisce, progetta oggetti, scrive, dà forma a mondi.


Autore di opere iconiche come L’Arca (Triennale di Milano, 1986), Ali (Biennale di Venezia, 1991) – monumento scultoreo oggi sul tetto dello IUAV – e Turris Babel (Biennale 2004), Scolari ha attraversato anche il design con progetti per Giorgetti e Alessi, come il Segnalibro e matita a punta d’argento, Menzione d’Onore al Compasso d’Oro 1998. Nel 2014 ha ricevuto dall’American Academy of Arts and Letters l’Arnold W. Brunner Memorial Prize in Architecture per il suo contributo all’architettura come forma d’arte.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Massimo Scolari, Caspar David Friedrich cerca il Riesengebirge, 1979

I dipinti in mostra evocano visioni metafisiche abitate da torri, ali, fortezze, piramidi, mari agitati e montagne, prive di figure umane ma cariche di “attesa”. Scriveva Daniele Del Giudice: «l’oggetto c’è, ma come un dopo silenzioso… imitazione della verità». Accanto alle tele, una serie di disegni a penna unisce immaginazione e rigore progettuale, rivelando la precisione tecnica che contraddistingue la sua poetica.


Il percorso è arricchito dalle fotografie delle installazioni firmate da Luigi Ghirri, Gabriele Basilico e Luca Campigotto, oltre a pubblicazioni e rarità editoriali, tra cui On Drawing, libro di aforismi e disegni tradotto da James S. Ackerman. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Grafiche Antiga con testi di Scolari, Del Giudice e Léon Krier.


Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Massimo Scolari, Turris Babel, 1981

Con un’opera presente in collezioni come MoMA, Centre Pompidou e Museo di Teheran, e un percorso accademico tra Harvard, Yale e IUAV, Scolari torna a Milano con una mostra che non celebra il passato, ma lo riattiva come mito, forma e destino.


Antonia Jannone Disegni di Architettura

Corso Garibaldi 125 – Milano


Date

19 novembre 2025 - 24 dicembre 2025



 
 
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