top of page

Il viaggio francese del 1908 di Edward Hopper ha avuto un grande lascito nell’autore. Il contatto con l’impressionismo e la luce europea ha sconvolto quanto creato precedentemente e rimarrà un confronto costante per il futuro operare. In un’opera del 1912 come Squam Light l'autore tenta di rendersi indipendente da tutto ciò, dando precedenza e importanza ad un paesaggio americano unico, anche in senso morale.


Yves Bonnefoy - Edward Hopper - La fotosintesi dell’essere - Abscondita, Milano

Questo porta l'influsso francese a fondersi con altro e trovare, come ci ricorda Yves Bonnefoy, “ l'infinito della natura e la trasparenza dell'anima.” Fu però nell'acquaforte che ritrovò un contatto drammatico con la realtà umana e che lo porterà ad opere di emblematica ricerca sull'inconscio come Girl at Seweing Machine ( 1921 ) dove questa ragazza sembra aver barattato con la monotonia le tentazioni che le vengono filtrate dalla luce proveniente dalla finestra. Nelle opere di questo periodo si nota sempre più che le speranze desunte dalla luminosità della pittura francese si stanno sempre più incupendo. Queste figure umane diventano apparizioni, senza lasciare all'osservatore alcuna possibilità di penetrarne l'ambiguità. Qui si può trovare un contatto con Edgar Degas ma l'americano mostra un vivo e particolare interesse proprio per la solitudine. Le apparizioni umane di Hopper sono peculiari perchè l'autore le prospetta come indecifrabili. Da questa silenziosità c'è qualcosa che arriva e rompe il solito andazzo esistenziale. E' come se l'autore volesse trasmettere l'idea che nell'ombra quieta del vivere si annidano i fantasmi di un diverso modo di sussistere. Tutto ciò pare poi essere un momento che scorre nel normale vivere. L'arrivo improvviso di questo momento catartico viene particolarmente suggerito in tante opere che certificano un sentire che ha attraversato una vita creativa. Il trasalimento di certi e tanti personaggi immortalati è un segno ben evidente di questo modo di sentire e di trasmettere una visione. E' il caso di Second Story Sunlight ( 1960 ), dove un qualcosa che si sta svolgendo fuori dalla scena pare cambiare le carte messe in tavola nel quadro. Le figure femminili paiono inoltre essere quelle che più difficilmente si adeguano a tale procedere comune e noioso. E' come se una speranza si dipanasse nel mezzo della desolazione esistenziale più cupa. La luce desunta dal sole rappresenta tale possibilità di redenzione. Il bagliore della vita oltre la finestra inonda anche la composizione Morning Sun ( 1952 ). L'indagine su tale figura femminile è stata oggetto di numerose metamorfosi. Un'emozione desunta dalla luce fa di questa donna l'ennesimo esempio di solitudine in ricerca di una trascendenza. Arriviamo quindi ad un'opera emblematica come Sun in an Empty Room ( 1963 ), dove l'impossibilità di interpretare iul soggetto lascia solo spazio ad un ricordo dell'arredamento che c'era e che rimane unica memoria del vissuto precedente. Qui si può trovare un contatto addirittura con la mistica. Road and Trees dell'anno precedente è poi, secondo l'interpretazione di Yves Bonnefoy, il testamento spirituale di Edward Hopper, un autore che ha fatto della luce come fenomeno per andare oltre il reale il lascito di una vita. L'ossessione del referente l'autore americano si è mosso dal lascito luminoso dell'impressionismo verso il precario Novecento. Hopper, in tempi certamente secolarizzati, ha mantenuto una visione affamata di assoluto in una congiuntura dove tutto si stava sfaldando sotto i suoi piedi.


- Stefano Taddei


Yves Bonnefoy

Edward Hopper

La fotosintesi dell’essere

Abscondita, Milano, pp. 87



Dopo il secondo conflitto mondiale Londra non era certamente il centro artistico centrale a livello mondiale. Da Parigi in poco tempo il testimone sarebbe passato aglio Usa. In mezzo si situava la congiuntura artistica londinese. Varie personalità hanno movimentato la vita culturale della capitale britannica, mantenendo una peculiarità artistica non disconnessa dai movimenti più all’avanguardia. In tale libro si parla primariamente del periodo che va dal 1945 al 1970, non disdegnando sortite che riguardano il prima e il dopo di tale lasso temporale.


Lucien Freud e Francis Bacon sono certamente i principali protagonisti di tale vicenda ma il testo lascia spazio ad altri personaggi come Graham Sutherland, grande interprete delle distruzioni belliche, o David Bomberg, notevole interprete e insegnante al Politecnico di Borough, senza dimenticare l’Ica, dove dalla Gran Bretagna, già durante la fine degli anni Quaranta, si propose un interessante preambolo alla ben più roboante ma successiva pop art americana. Peter Blake mosse i suoi passi in questo ambiente stimolante, come un vero fan della nascente musica popolare giovanile e trovando precocemente modalità peculiari per restituire tutto questo entusiasmo. La mostra This is Tomorrow ( 1956 ) fu il momento topico di questa rivoluzione culturale di tipo pop. Lo stesso anno, alla Tate, l’esposizione Modern Art in the United States mise in contatto l’Espressionismo astratto americano in modo significativo con molti autori britannici. Gillian Ayres, attraverso Hampstead Mural ( 1957 ), interpretò sicuramente il magistero di Jackson Pollock in modo intenso e personale. L'astratto trovava in tali anni grande successo, tanto che nel testo si rammenta che nel 1959, Francis Bacon, in crisi d’ispirazione, sembra che vi abbia attinto, abbeverandosi in particolar modo, a Patrick Heron. Il 1960 vide nella mostra Situation una rilevante vetrina per la coeva scena britannica non figurativa. Non mancavano però esempi bordeline tra rappresentativo e astrattivo come Howard Hodgkin, Allen Jones o David Hockney. Giunse nel 1962 la prima personale alla Tate di Francis Bacon, in una congiuntura non molto favorevole per Lucien Freud. Ragazza spoglia ( 1966 ) fu una parabola di un nuovo inizio. Richard Smith, Peter Blake, Derek Boshier e David Hockney avevano precedentemente proposto una personalissima declinazione della pop art. Anche Pauline Boty ebbe il tempo di lascire un gran segno. Frank Auerbach invece continuò a declinare una quotidianità ben poco naturalistica ma unica. Nel 1970 David Hockney, artsista che per tutto il decennio precedente aveva fatto la spola tra Gran Bretagna e Usa, mostrò nella sua personale alla Whitechapel Art Gallery una ricerca che lo rende tuttora un unicum nel panorama artistico. Precedentemente lo scultore Anthony Caro utilizzò alcuni stilemi desunti dalla pittura, mentre Allen Jones fece il contrario. Howard Hodgkin, Patrick Caulfield e R. B. Kitaj continuavano invece negli stessi anni a proporre elaborazioni tra l'astratto e il figurativo molto evocative di un fermento ancora vivo. Il lavoro sul White Album dei Beatles ( 1968 ) di Richard Hamilton certificò che ormai le idee stavano sorpassando la sola fattualità dell'opera d'arte, anche in pittura. Hockney, Bacon e Freud, seppur nelle loro peculiarità, mantennero però la propria rilevanza anche durante questo lungo periodo difficile per il figurativo. Non per tutti andò così, segno che, in Gran Bretagna, tra circa tra il 1945 e il 1970 ci fu un qualcosa di irripetibile.


- STEFANO TADDEI



La Galleria dell’Accademia di Firenze celebra la chiusura del 2018 con importanti risultati, con un aumento di oltre 300mila visitatori nell’ultimo triennio, secondo quanto riportato dai dati ufficiali del servizio di statistica nazionale: diversi i fattori che hanno portato a questo importante risultato.


Cecilie Hollberg - Direttore Galleria dell'Accademia di Firenze

Fra questi, la programmazione delle mostre nel periodo invernale, di bassa stagione, tra fine novembre e marzo; ma anche le due aperture serali nel periodo estivo, da giugno a settembre. Da non trascurare il coinvolgimento attivo della cittadinanza e la loro entusiasta partecipazione, grazie a programmi di incontro, concerti, visite specifiche alla collezione e tanto altro.

La direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze, Cecilie Hollberg ha presentato il bilancio della sua attività dal 2015, anno dell’inizio del suo mandato, ad oggi. Tre anni intensi dove il direttore si è dedicata a vari aspetti della Galleria, tra cui l’allestimento della collezione, le nuove acquisizioni, i lavori strutturali di manutenzione dell’edificio, la riorganizzazione dell’organico del personale.

Per la prima volta, è stato attuato un piano di rendicontazione delle mostre, indispensabile per calcolare con esattezza l’introito portato almeno dalle tre esposizioni realizzate dal 2015 ad oggi, su “Carlo Portelli. Pittore eccentrico tra Rosso Fiorentino e Vasari”, “Giovanni dal Ponte. Protagonista dell’umanesimo tardogotico fiorentino”, “Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pittura”: un utile di circa 1 milione di euro.

Una vittoria epocale è stata la tutela dell’immagine del David di Michelangelo, tramite l’ordinanza del Tribunale di Firenze del 2017, che ne contrasta l’uso illecito a fini commerciali. Questo traguardo ha reso alla Galleria circa 50mila euro.

Galleria dell'Accademia di Firenze

Sono stati attuati lavori di manutenzione e restauro della collezione: ogni opera del museo fiorentino è stata sottoposta a controlli e pulizie. Sempre su questo fronte, per un’adeguata conservazione delle opere, si è operato sul ripristino dell’impianto di climatizzazione, acquistato umidificatori, installato un sistema di acquisizione digitali dei dati ambientali. Inoltre, si sono attuati i lavori di manutenzione e miglioramento delle funzionalità dell’edificio, come il raddoppiamento dei serbatoi dell’acqua, la messa a norma della struttura dal punto di vista della sicurezza, il ripristino della telefonia.

Un altro grande traguardo raggiunto è stato quello di rendere le opere esposte più agibili e visibili al pubblico. Ma i cambiamenti continueranno anche nel 2019, in quanto vi è in cantiere un progetto per un nuovo ingresso al museo, che vedrà la nascita anche di una nuova immagine coordinata con la realizzazione di un logo, di nuove didascalie con modelli per ipovedenti e una nuova segnaletica.

Data da tenere in considerazione è il prossimo 22 gennaio quando verrà aperta al pubblico l’esposizione “Nuove acquisizioni dal 2016 al 2018”, dove saranno mostrate le nuove opere che hanno arricchito la collezione. In questi ultimi anni, sono state stipulate importanti collaborazioni con musei, accademie, istituti ed università italiane e straniere: da menzionare il prezioso progetto di cooperazione internazionale con il Martin von Wagner Museum dell’Università di Wurzburg.

Ma una svolta significativa da non tralasciare, è avvenuta lo scorso 20 dicembre quando è stata pubblicata la gara per l’affidamento in concessione dei servizi museali della Galleria dell’Accademia e del Museo San Marco a Firenze. Gara che arriva a compimento dopo ben 21 anni.


Galleria dell'Accademia di Firenze - Sala del Colosso

Significativi traguardi raggiunti nel passato, ma anche prospettive e progetti innovativi per il futuro. Infatti, nel corso del 2019, la Galleria parteciperà a due iniziative internazionali, in maggio a Milano e in giugno a Creta, insieme al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze. Il tema sarà una pionieristica applicazione in Italia del BIM (Building Information Modeling) ad un edificio storico, rivolta sia ad una più efficiente gestione della conservazione, sia alla realizzazione di un modello computazionale per l’analisi strutturale e la valutazione del rischio sismico del complesso e delle sue preziose collezioni.

Ecco presentati gli appuntamenti del 2019:

22 gennaio 2019

Apertura della mostra

Nuove acquisizioni dal 2016 al 2018. Acquisti, sequestri, confische, donazioni

(fino al 5 maggio 2019)

28 gennaio 2019

Il Quadrilatero Lorenese delle arti

Conferenza del professor Oronzo Brunetti, docente di Storia dell’Architettura dell’Università di Parma

25 febbraio 2019

Cosa devo considerare per poter esportare un’opera dall’Italia

Conferenza sul tema dell’esportazione delle opere d’arte

Dal 4 febbraio 2019

Ogni primo lunedì del mese

I musei statali si presentano

Un viaggio nell’Italia dei musei statali attraverso il racconto dei suoi direttori

6 marzo 2019

Evento per festeggiare il

Terzo anno dalla costituzione dell’Associazione degli Amici della Galleria dell’Accademia di Firenze

13 maggio 2019

L’Immacolata Vergine - una conferenza tra storia dell’arte ed ordini religiosi

Estate 2019

Riprendono le aperture serali estive

Seconda edizione della rassegna “Voci fiorentine”, incontri con personaggi di Firenze che raccontano un’opera d’arte

20 – 21 ottobre 2019

10 Anni MIMO – Musical Instrument Museums Online

Conferenza internazionale con concerto

Gennaio 2020

Inaugurazione della mostra “I busti di Michelangelo di Daniele da Volterra”.



Galleria dell'Accademia di Firenze

Via Ricasoli, 58/60, Firenze

www.galleriaaccademiafirenze.beniculturali.it


- Giulia Zamponi

bottom of page