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Dal novembre 2025 al giugno 2026, Museion e Ar/Ge Kunst presentano Lucia Marcucci. Tutto qui?, la prima monografia dedicata alla grande artista italiana, figura centrale della Poesia Visiva e tra le voci più radicali del secondo Novecento.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Lucia Marcucci. Tutto qui? Curated by: Frida Carazzato, Francesca Verga Design: bruno – Andrea Codolo, Giacomo Covacich, with Alessandro Durighello Publisher: bruno, Venice. Photo: Giacomo Bianco

Il volume, edito da bruno (Venezia) e curato da Frida Carazzato (Museion) e Francesca Verga (Ar/Ge Kunst), nasce come esito di un progetto di ricerca condiviso tra le due istituzioni, dopo le mostre Lucia Marcucci. Poesie e no a Bolzano e L’Offesa a Bolzano nel 2023.


Sostenuta dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura nell’ambito dell’Italian Council (XIII edizione, 2024), la pubblicazione diventa il fulcro di un tour internazionale di presentazioni che attraverserà l’Italia e l’Europa: dal Centro Pecci di Prato a Palazzo Butera di Palermo, dal MART di Rovereto all’Université de Liège, fino all’University of Sussex di Brighton e al CAP – Centre d’art contemporain de Saint-Fons.


Il libro raccoglie i contributi di nove autrici e autori – Claudia Crocco, Gilda Policastro, Francesco Tenaglia, Maria Alicata, Annalisa Sacchi, Giulia Crispiani, Dalila Colucci, Vanessa Desclaux e Raffaella Perna – offrendo una lettura corale e multidisciplinare dell’opera di Marcucci. Poesia, arte visiva, performance e critica sociale si intrecciano in un racconto che restituisce la forza di un linguaggio capace di attraversare le convenzioni e di rovesciare gli stereotipi.


Lucia Marcucci (Firenze, 1933) è una delle protagoniste storiche della Poesia Visiva italiana, membro del Gruppo 70, movimento che dagli anni Sessanta ha rinnovato il linguaggio poetico attraverso la contaminazione tra parola e immagine. La sua ricerca, ironica e dissacrante, ha anticipato temi oggi centrali nel dibattito femminista e nella riflessione sui media e sul consumo.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Mockup Lucia Marcucci. Tutto qui? Curated by: Frida Carazzato, Francesca Verga Design: bruno – Andrea Codolo, Giacomo Covacich, with Alessandro Durighello Publisher: bruno, Venice.

La predominanza di voci femminili tra i contributi testimonia la continuità dell’impegno di Marcucci nel mettere in discussione i meccanismi di rappresentazione del corpo della donna e nel denunciare, con ironia e intelligenza, le contraddizioni della società patriarcale e dei linguaggi pubblicitari.


Tutto qui? non è solo una monografia, ma un atto di restituzione e di rilettura critica. Come scrivono le curatrici, «è un progetto che mira a restituire a Marcucci il posto che le spetta nella storia dell’arte italiana e internazionale, come figura capace di attraversare i linguaggi con libertà assoluta, trasformando la parola in gesto, in immagine, in resistenza poetica».


Il volume è accompagnato dal progetto grafico di bruno, firmato da Andrea Codolo e Giacomo Covacich con la collaborazione di Alessandro Durighello, che restituisce visivamente l’energia e la sperimentazione che da sempre animano l’opera dell’artista.


Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Lucia Marcucci. Tutto qui? Curated by: Frida Carazzato, Francesca Verga Design: bruno – Andrea Codolo, Giacomo Covacich, with Alessandro Durighello Publisher: bruno, Venice. Photo: Giacomo Bianco

Tra memoria e attualità, Lucia Marcucci. Tutto qui? diventa così un viaggio nella forza rivoluzionaria della parola, nella poesia come forma di libertà e nel potere ancora vivo di un’arte che sa interrogare il presente.


Museion Bolzano

Piazza Piero Siena 1


Date

Novembre 2025 - Giugno 2026



 
 

Dal 31 ottobre 2025, in occasione della Torino Art Week, le OGR Torino, hub della Fondazione CRT, inaugurano tre nuove mostre internazionali all’intersezione tra arte e tecnologia, confermando il loro ruolo di centro di produzione, ricerca e sperimentazione interdisciplinare.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
ELECTRIC DREAMS, 2025

Le esposizioni — Laure Prouvost. WE FELT A STAR DYING, ELECTRIC DREAMS. Art & Technology Before the Internet e Erzë Dinarama. DRUMMING FOR LOVE — offrono prospettive differenti sul dialogo tra creatività e scienza, mostrando come l’arte contemporanea possa diventare terreno di esplorazione per le tecnologie emergenti.


“Le OGR nascono come luogo dove cultura e innovazione si incontrano — dichiara Anna Maria Poggi, Presidente della Fondazione CRT — proiettando Torino nel futuro come punto di riferimento internazionale tra arte e tecnologia.”


La mostra WE FELT A STAR DYING di Laure Prouvost, presentata per la prima volta da LAS Art Foundation a Berlino e ora riallestita nel Binario 1, è un’installazione immersiva che esplora le potenzialità del quantum computing attraverso immagini, suoni e profumi. In collaborazione con il filosofo Tobias Rees e lo scienziato Hartmut Neven (fondatore di Google Quantum AI), l’artista crea un universo sensoriale dove la fisica quantistica diventa esperienza poetica e percettiva.


Nel Binario 2, ELECTRIC DREAMS. Art & Technology Before the Internet — organizzata con la Tate Modern e curata da Val Ravaglia e Samuele Piazza — racconta quarant’anni di sperimentazione artistica tra anni Cinquanta e Novanta. La mostra ripercorre le origini dell’arte elettronica, quando artisti e artiste di tutto il mondo utilizzavano mezzi tecnologici nati in ambiti militari o industriali per creare nuove forme di partecipazione e comunicazione.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
WE FELT A STAR DYING, 2025

Infine, nel Binario 3, l’artista in residenza Erzë Dinarama presenta DRUMMING FOR LOVE, installazione realizzata per il programma europeo S+T+ARTS4WaterII. L’opera, frutto di una ricerca sul fiume Po, intreccia dati ambientali, suoni e microstorie delle comunità locali, trasformando la data visualization in una narrazione ecologica sulla fragilità e la resilienza del paesaggio.


“Con questi progetti — spiega Davide Canavesio, Presidente delle OGR Torino — vogliamo rafforzare il ruolo delle OGR come laboratorio multidisciplinare, dove arte e tecnologia dialogano per comprendere le trasformazioni del presente e immaginare nuovi futuri.”



Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
DRUMMING FOR LOVE, 2025

Le tre mostre, visitabili fino al 10 maggio 2026, trasformano le ex officine ferroviarie torinesi in un grande osservatorio sull’innovazione artistica globale: un luogo dove l’immaginazione diventa motore di conoscenza e cambiamento.


OGR Torino

Corso Castelfidardo 22


Date

WE FELT A STAR DYING - ELECTRIC DREAMS

31 ottobre - 10 maggio 2026


DRUMMING FOR LOVE

31 ottobre - 2 novembre


 
 

L’Associazione Culturale Dello Scompiglio presenta Years, la nuova mostra del collettivo ucraino Open Group, a cura di Angel Moya Garcia. Dopo il successo alla 60ª Biennale di Venezia del 2024, dove il gruppo ha rappresentato la Polonia con Repeat after me II, gli artisti Yuriy Biley, Pavlo Kovach e Anton Varga tornano in Italia con un progetto site-specific pensato per gli spazi della Tenuta Dello Scompiglio, a Vorno, alle porte di Lucca.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Open Group (Yuriy-Biley,-Pavlo-Kovach,-Anton-Varga), photo Jacopo Salvi

L’opera nasce in un momento in cui il conflitto russo-ucraino, iniziato nel 2014 con l’annessione della Crimea e proseguito fino al 2025, continua a segnare la vita di milioni di persone. Un conflitto lungo e sfibrante, in cui il tempo stesso sembra essersi deformato: anni che scorrono senza pace, tra perdite, attese e silenzi. È proprio da questa sospensione che prende forma Years.


Nell’installazione, le proiezioni di date incise su lapidi si espandono nello spazio, trasformando il trascorrere del tempo in un flusso di luce che serpeggia tra le pietre. Le date, fredde nella loro essenzialità, diventano respiro, battito, memoria. Il ritmo luminoso scandisce il tempo della perdita ma anche quello della resistenza: l’ostinata volontà di ricordare ciò che la guerra tenta di cancellare.


La mostra si articola come una costellazione di video-opere e installazioni che trasformano la devastazione della guerra in esperienza sensoriale. Years dissolve la distanza tra spettatore e tragedia, restituendo la dimensione umana dietro i numeri dei rapporti ufficiali e delle statistiche. Ogni immagine, ogni luce, diventa eco di una vita interrotta, di un legame spezzato, di una memoria che continua a pulsare.


In questo spazio di sospensione e dolore, il lavoro di Open Group assume la forma di una testimonianza collettiva. Il loro gesto artistico non è solo denuncia, ma anche atto di cura: un tentativo di preservare ciò che la guerra vuole rendere invisibile. La mostra si fa così memoriale e rito, una soglia in cui la luce sostituisce la parola e l’assenza diventa presenza.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Open Group, Years (2025), Courtesy Associazione Culturale Dello Scompiglio

Il progetto si inserisce nel programma della Tenuta Dello Scompiglio, ideato e diretto da Cecilia Bertoni, dove arte, natura e architettura convivono in un equilibrio di sostenibilità e ricerca. Qui, tra boschi e colline, le arti visive e performative dialogano con la terra e il tempo, generando esperienze che superano i confini disciplinari.


Fondato nel 2012 a Lviv, Open Group ha costruito una pratica basata sul lavoro collettivo e sulla riflessione politica e sociale. Dopo i riconoscimenti ottenuti in istituzioni come il Museum Ludwig di Budapest, la Zachęta National Gallery di Varsavia e l’Albertinum di Dresda, con Years il gruppo torna a indagare la relazione fra memoria, spazio e comunità.



Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Open Group (Yuriy Biley, Pavlo Kovach, Anton Varga) Warszawa, Poland 2024, Photo by Piotr Czyż _ Zacheta archive

In un’epoca segnata dalla perdita e dalla distanza, Years ci ricorda che il tempo, come la memoria, non scorre mai davvero via: rimane inciso, come una luce che continua a battere tra le pietre del presente.


Associazione Culturale Dello Scompiglio

Via di Vorno, 67, Vorno - Capannori


Date

15 novembre - 1 marzo 2026


 
 
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