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L’idea di progresso si è rivelata un notevole fallimento. IOCOSE è un collettivo che indaga proprio questo. In tale mostra offrono al pubblico opere degli ultimi dieci anni. Le loro elaborazioni spaziano dall’immagine alla videoinstallazione. La finanza domina il mondo e anche i brandelli di politica che rimangono. Il quartetto denuncia i disastri verso l’umanità che ciò porta. New Space, in tale mostra, viene accusato di voler dominare l’immaginario collettivo. Il nostro futuro sembra già scritto, IOCOSE lo denuncia. La mostra ci domanda in che avvenire vogliamo vivere e come vogliamo arrivarci.

L’opera The Hollow Chorus ricorda un 3D realizzato da New Space per insediamenti futuri extraterrestri. Nella Silicon Valley è un concetto architettonico molto utilizzato. In quest’opera c’è un microfono con cui non si può comunicare, invito perciò a esprimersi senza poterlo fare. E così, non troppo sotto, di questo avvenieristico evento, il coltello dalla parte del manico rimane a New Space.



IOCOSE, The Hollow chorus, 2022, ph©Matteo Cattaruzzi, Courtesy l’artista


In Pointing at a New Planet siamo alla presenza di un’opera che attacca gli investitori di New Space che vogliono colonizzare i pianeti extraterrestri, non pensando di mutare le disuguaglianze che ci sono ora sulla Terra.

Free From History mostra una mano che trasforma un pianeta. Ciò ricorda come i desideri dell’arto conquistatore possono svilupparsi all’infinito, essendo non soggetti alle leggi contro le speculazioni capitaliste.



IOCOSE, Free from History, 2021, Animazione video 3D, loop, ph©Matteo Cattaruzzi, Courtesy l’artista



Protagonisti invece sono gli animali in Critters of a Space, Unite!, dove il pianeta extraterrestre è una sorta di luna park e le varie bestie sono destinate ad intrattenere i visitatori.



IOCOSE, Critters of a Space, Unite!, stampa digitale su tessuto, supporto metallico, plexiglas, luce led, 2022, ph©Matteo Cattaruzzi, Courtesy l’artista



In Drone Memorial abbiamo un memoriale ai droni caduti in operazioni militari. In ogni momento, grazie ad un GPS, un drone può puntare sul memoriale e auspica un mondo in cui la guerra non sarà più contemplata.



IOCOSE, Drone Mental, incisione su laser su plexiglas specchiato, alluminio, rame patinato, ricevitore GPS, 2016, Courtesy l’artista



Launching a New Product ricorda la nevrosi contemporanea dei nuovi prodotti, autentici status symbol per gente che spesso non arriva alla fine del mese ma che gli dona momenti di gloria sociale difficilmente capibili. L’opera richiama anche il fosco uso di certi youtuber di far vedere l’apertura di questi nuovi gadget.



IOCOSE, Launching a New Product, Video, loop, 2018, Courtesy l’artista




Ma la mostra ha ancor altre opere da vedere, da non perdere. ( Stefano Tdaddei )


FMAV - Palazzina dei Giardini -Modena


Fino al 26.02.23


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Aperte le iscrizioni per la quattordicesima edizione del PREMIO COMBAT PRIZE, concorso internazionale finalizzato alla continua ricerca dei diversi percorsi e talenti che caratterizzano l’arte contemporanea. Riconosciuto tra i premi più importanti nel sistema dell’arte contemporanea in Italia, si presenta anche quest’anno in una veste rinnovata.

Sarà il Museo Giovanni Fattori di Livorno – Granai di villa Mimbelli, sede principale, a ospitare la mostra finale degli ottanta finalisti che quest’anno tornerà a vivacizzare l'estate livornese dal 17 giugno all' 8 Luglio 2023.


La  mostra ai Granai di Villa Mimbelli 2022
Museo civico Giovanni Fattori - Granai di Villa Mimbelli - courtesy Francesco Levy

Confermato il primo premio assoluto del valore di diecimila euro, che sarà assegnato dalla giuria ad un artista tra gli ottanta finalisti, oltre ai riconoscimenti in denaro per ogni singola sezione. e il Premio Speciale Gallerie, dove sei gallerie, di primo piano nel contemporaneo, e uno spazio indipendente selezioneranno ciascuna, autonomamente rispetto alla giuria del premio, un artista tra i finalisti per avviare una nuova collaborazione che si concretizzerà nella stagione 2023/24 in una mostra personale, o collettiva nei propri spazi.

Si consolida inoltre il Premio Poliart, che vedrà l’azienda leader nella lavorazione del polistirene espanso sostenere la produzione di un’opera di un artista selezionato tra i finalisti, rafforzando così il fruttuoso dialogo tra arte, impresa e territorio, fondamentale per lo sviluppo e la conoscenza degli artisti contemporanei.


La sezione video
Museo civico Giovanni Fattori - Granai di Villa Mimbelli - courtesy Francesco Levy

ECCO I PREMI DELLA QUATTORDICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO COMBAT PRIZE!

Euro 10.000 (diecimila) vincitore PREMIO COMBAT PRIZE

Premi di sezione:

Euro 1.500 (mille e cinquecento) al vincitore sezione Pittura*

Euro 1.500 (mille e cinquecento) al vincitore sezione Scultura e Installazione*

Euro 1.500 (mille e cinquecento) al vincitore sezione Fotografia*

Euro 1.500 (mille e cinquecento) al vincitore sezione Grafica*

Euro 1.500 (mille e cinquecento) al vincitore sezione Video - Performance art *

* (l'opera vincitrice rimarrà̀ di proprietà̀ dell'artista)


Premio Galleria - Realizzazione mostra personale o collettiva, nella stagione espositiva 2023-2024.

I Premi Speciali saranno realizzati in collaborazione con le seguenti gallerie e spazi indipendenti:

A+B gallery, Brescia IAGA contemporary Art, Cluj, Romania Galleria Studio G7, Bologna

Lunetta 11, Borgo Lunetta, Cuneo Magazzeno, Ravenna Marina Bastianello Gallery, Venezia

SAC spazio arte contemporanea, Livorno


Premio speciale Poliart* - L’Azienda, leader nella lavorazione del polistirene espanso, premierà un artista selezionato tra i finalisti, sostenendo la produzione di un’opera.


Il bando chiude il 6 maggio 2023

Per info:




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La prima cosa che ci ricorda Renato Barilli è che la critica, tra le altre cose, deve " essere parziale, partigiana, autorizzata alle scelte, alle discriminazioni." L’autore ci presenta quindici artisti imprescindibili per comprendere la contemporaneità.




Ne parla discorrendo su emblematici lavori degli autori.Si parte con Jeff Koons. Questo artista ci appare come epigono del consumismo più sfrenato, con un modo unico di approcciarsi alla società massificata e con una preziosità visiva studiata benissimo nei materiali utilizzati. Alla fotografia e alle sue inesauribili possibilità epiche fa riferimento David LaChapelle, autore che tratta anche lui in modo peculiare, attraverso i suoi personaggi, il cattivo gusto. Stazioni di rifornimento sono il segnale del consumismo ad oltranza. Luigi Ontani, negli anni Sessanta, comincia un percorso narcisistico che parte dalla fotografia, passa dalla pittura e arriva alla ceramica. Ci fu poi l’infatuazione per l’Oriente ma un legame grande è rimasto con il paese natio Vergato. Nel 1977 fece la prima performance e una rarità in tale senso rimane la sequenza lampo de L’ombrofago. Salvo entra nel circuito poverista di Torino dopo un viaggio a Parigi nel 1968, utilizzando fotografie in cui si dipanava, ad esempio, come Raffello. Poi si rivolse alle lapidi “ di una egolatria esasperata “. Nel 1973 si orienta alla pittura e non l’abbandonerà più. Salvo si è nel tempo fatto un percorso proprio, non debitore a nessuno. David Hockney ha faticato a raggiungere il successo. E’ andato a cercare la propria fortuna in Usa, utilizzando una pittura pop art molto leggera. In California scopre le piscine che diventano soggetti delle proprie opere e nel libro ci sono interessanti confronti tra il suo lavoro e quello di Katz e Freud. L’autore continua ad essere sulla cresta dell’onda, anche dal punto di vista dei materiali utilizzati, vedi, ad esempio, l’Ipad. Una fonte inesauribile pare Damien Hirst, che produce opere che eccedono la mera contingenza della pop art. Ha portato avanti una sorta di zoo replicato e in Tresaures… ha fatto coesistere concetti lontani in un opera infinita nella sua spettacolarità. L’artista pare imbarbarire quello che dovrebbe essere suadente, stando molto lontano dall’opera di Koons. Takashi Murakami presenta figure erotiche o maschi che emettono sperma e paiono lanciare il proprio rostro verso di noi. E’ un autore poliedrico, con tante sfaccettature. Questa è una delle sue forze. Di Mariko Mori pare essere Wafe Ufo l’opera più interessante e provocatoria che appare come un’astronave pronta a partire per una nuova avventura, memore di tanti film con tematica similare. William Kewntridge è legato ad una prassi elementare della visione, ben diversa da quella dei cartoni animati. Pare assecondare le ombre non ideali, vero fulcro della propria operazione estetica. Ogni mossa mantiene ferrea coerenza anche se sembra cambiare. La sua riconoscibilità è la sua carta d’identità che non ha confronti. Nei primi lavori di Shirin Neshat c’era recupero di un’antica cultura, riportata all’attualità in modo drammatico. In seguito, tramite i video, ha rimarcato la differenza sessuale che imperversa ancora nel suo pese d’origine. Doris Salcedo è angosciata dalla possibilità di una guerra civile nel paese natio della Colombia. Questa drammaticità è presente in opere che anelano a raggiungere un linguaggio di normalità. Ma il dramma è sempre dietro l’angolo, non troppo nascosto e non si può evitarlo. Un confronto con la foresta amazzonica, mediata dal ricorso a materiali sintetici, guida il lavoro di Ernesto Neto. E’ come se sfidasse il naturale con l’artificiale. Anche Tomàs Saraceno si confronta con il dato ambientale ma ci sembrano trame che possano imbrigliare esseri per essere poi divorate. L’artista cubano Kcho affronta nel suo lavoro la fuga dall’isola di molte persone. Al centro del proprio repertorio ci sono le barche e una presenza umana appena accennata, cioè debole e indifesa. In chiusura troviamo i Neuen Wilden Baselitz e Kiefer, che paiono essere accomunati da un gesto espressionistico-barbarico. Kiefer porta il fardello del disastro da cui la Germania è uscita dal secondo conflitto, mentre Baselitz con le sue figure a testa in giù rinnega ogni riferimento a modalità museali o storiche. ( Stefano Taddei )

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