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Dal 26 ottobre 2025 all’8 marzo 2026, il Museo Novecento di Firenze celebra i 120 anni di Villa Romana con la mostra CENTOVENTI: Villa Romana 1905–2025, a cura di Elena Agudio e Sergio Risaliti, con Mistura Allison ed Eva Francioli.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Georg Baselitz Ein Versperrter, Un bloccato 1965

L’esposizione, allestita nelle sale del primo piano, ripercorre oltre un secolo di storia di una delle istituzioni più vitali e internazionali della scena artistica italiana.


Fondata nel 1905 da Max Klinger, Villa Romana è da sempre un luogo di incontro e libertà, nato come residenza per artisti e divenuto nel tempo un laboratorio di sperimentazione e dialogo interculturale. Lontana dai canoni accademici, la sua missione si è evoluta nel sostegno alla ricerca contemporanea, offrendo agli artisti uno spazio per riflettere criticamente sul presente e costruire nuove visioni del futuro.


Il progetto espositivo al Museo Novecento mette in luce il legame costante tra Villa Romana e la città di Firenze, indagando il ruolo che la residenza di via Senese ha avuto nel generare connessioni, influenze e scambi. Sin dalla sua fondazione, Villa Romana ha ospitato artisti e intellettuali che, lavorando nelle sue stanze, hanno contribuito a costruirne la leggenda come luogo di apertura e trasformazione.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Hans Purrmann, The fountain at the Villa Romana 1937

La mostra offre per la prima volta una lettura storica museale della vita di Villa Romana attraverso documenti d’archivio, fotografie, lettere e opere di artisti che ne hanno segnato la storia, tra cui Ernst Barlach, Georg Baselitz, Michael Buthe, Max Klinger, Käthe Kollwitz, Markus Lüpertz, Anna Oppermann, Max Pechstein ed Emy Roeder. Le opere provengono dalla collezione di Villa Romana e da importanti istituzioni italiane e internazionali, restituendo una visione complessa del suo ruolo nella cultura europea del Novecento.


CENTOVENTI non si limita a celebrare un anniversario, ma apre un dialogo tra memoria e contemporaneità. Il progetto riflette sulle sinergie che possono nascere in un contesto territoriale come Firenze, in cui la tradizione convive con la spinta verso nuovi linguaggi.


Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Emy Roeder, Bagnante 1937

Negli ultimi anni, il Museo Novecento, sotto la direzione di Sergio Risaliti, ha intensificato il dialogo con la scena attuale, promuovendo mostre dedicate ad artisti emergenti e mid-career, borse di studio e programmi di residenza, come il recente WONDERFUL! Art Research Program, sostenuto dalla Maria Manetti e Jan Shrem Foundation.



Museo Novecento Firenze

Piazza di Santa Maria Novella, 10, 50123 Firenze FI


Date 26.10.2025 - 08.03.2026




 
 

Dal 29 ottobre 2025, negli spazi di Corso Monforte 23 a Milano, la Galleria Christian Stein presenta la nuova personale di Paolo Canevari, tra le figure più radicali e lucide della sua generazione.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Paolo Canevari Paesaggio, 2021 olio motore esausto su carta, Courtesy Artista e Galleria Christian Stein

Legato alla galleria da un sodalizio ventennale, l’artista torna con un progetto che intreccia materia, memoria e riflessione critica sul presente, articolato in opere inedite e lavori già storicizzati.


Fin dagli esordi, Canevari costruisce un linguaggio che fonde poetica e crudezza, muovendosi tra residui industriali e tensione concettuale. Olio di motore combusto, gomma di pneumatici, materiali di scarto diventano gli alfabeti di una visione che denuncia le ferite del nostro tempo — conflitti, degrado ambientale, crisi ideologiche — ma al tempo stesso cerca, nel buio, una possibilità di rinascita. Il nero dell’olio e delle gomme, cifra costante nella sua opera, non rappresenta soltanto la materia della catastrofe: è uno spazio meditativo, un luogo dove il pensiero trova luce.


Il percorso espositivo si concentra sul ciclo “Monuments of the Memory”, iniziato nel 2011 e articolato nei Paesaggi e nei Golden Works. Qui Canevari rinuncia alla figurazione per sondare il potere evocativo dell’assenza. Foglia d’oro, carta, olio esausto, legno e cornici antiche si uniscono in una dialettica che interroga la contemporaneità, connettendo la tradizione pittorica alla dimensione etica della materia. Nei Golden Works (2019), l’oro diventa simbolo di spiritualità ferita; nei Paesaggi (2018–2022), l’olio su carta genera visioni sospese, dove la sostanza si fa immagine e la memoria affiora come residuo. Un grande Paesaggio del 2025, privo di cornice, occupa un’intera parete, amplificando il senso di silenzio e contemplazione.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Ritratto di Paolo Canevari, 2025 Foto Ilaria Lagioia & Pierpaolo Lo Giudice Courtesy Artista

Accanto, l’emblematica Sfera (2005) – ottenuta stratificando gomma di pneumatico su legno – contrappone la perfezione geometrica della forma alla durezza del materiale, residuo della società dei consumi. Così, anche lo scarto assume un valore etico e poetico.


In un testo che accompagna la mostra, Canevari descrive il paesaggio come “teatro dell’anima”, luogo in cui memoria e natura si specchiano. Per l’artista, l’arte è atto critico e di resistenza, un modo di restituire al pensiero la sua profondità in un mondo saturato di immagini e rumore. Nei suoi lavori, il gesto diventa testimonianza, il silenzio una scelta politica, la materia un tramite per riscoprire un equilibrio umano e spirituale.


Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Paolo Canevari Paesaggio , 2019 olio motore esausto su carta, Courtesy Artista e Galleria Christian Stein

Con questa mostra, la Galleria Christian Stein rinnova la propria vocazione a promuovere artisti capaci di ridefinire il linguaggio contemporaneo. L’opera di Paolo Canevari si conferma come un’indagine lucida sulla memoria, la crisi e la possibilità del riscatto poetico all’interno della civiltà contemporanea.



Galleria Christian Stein

Corso Monforte 23, Milano


Date 29 Ottobre - 31 Gennaio 2026

Opening 18.00 - 21.00




 
 

Venerdì 31 ottobre 2025, alle ore 15.30, l’Atelier Marco Bagnoli a Montelupo Fiorentino ospita Visioni Estatiche // La Vittoria sul Sole, un evento ideato da Marco Bagnoli e organizzato dall’Associazione Spazio X Tempo, articolato tra convegno e azione scenica.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Marco Bagnoli oracolo infranto : Vittoria sul sole 2025

Due momenti che si intrecciano in un’unica riflessione: la nascita della Biblioteca Sospesa – Centro Studi Fulvio Salvadori e la presentazione in prima assoluta dell’opera L’Oracolo infranto – Frammenti da La Vittoria sul Sole, con musica e drammaturgia di Alessandro Magini, regia di Giuseppe Scali.


La giornata si apre con il convegno dedicato a Fulvio Salvadori (1937–2021), figura centrale del pensiero artistico e filosofico contemporaneo, a cui interverranno Bruno Corà, Padre Bernardo Gianni e Marco Bazzini, moderatore dell’incontro. L’iniziativa celebra l’apertura al pubblico della Biblioteca Sospesa, un fondo di oltre 5.000 volumi appartenuti a Salvadori, oggi custoditi presso l’Atelier Bagnoli e messi a disposizione degli studiosi. Il progetto, sostenuto dallo stesso artista, nasce per valorizzare l’eredità critica e intellettuale di Salvadori, la cui opera ha intrecciato arte, filosofia e poesia con una profondità singolare.


La Biblioteca si inserisce nel percorso di studi e iniziative che, dal volume Scritti Sospesi (Lindau, 2020) al convegno Il Tempo del Testimone (2023), proseguono nel ridefinire il pensiero di Salvadori come strumento di lettura del presente. Collaboratore e amico di artisti come Marina Abramović, Chen Zhen, Shirazeh Houshiary e dello stesso Bagnoli, Salvadori ha attraversato decenni di sperimentazione mantenendo un equilibrio raro tra rigore teorico e visione poetica.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Biblioteca Sospesa - Centro Studi Fulvio Salvadori - Atelier Marco Bagnoli

Il secondo momento della giornata è affidato alla rappresentazione di L’Oracolo infranto – Frammenti da La Vittoria sul Sole, un atto unico per voci, violino e musica elettronica, costruito in sette quadri. L’opera rielabora i materiali del capolavoro futurista russo del 1913 di Aleksej Krucenych, musicato da Michail Matjusin e scenografato da Kazimir Malevič, figura che Salvadori lesse in chiave mistica e cosmologica.


“È un’orazione per un mondo post-luminoso, in cui il logos si è disgregato e ciò che resta è pura visione sonora” afferma Magini. L’azione scenica si presenta come una liturgia astratta, un oracolo spezzato dove parola, immagine e suono si dissolvono nel residuo del tempo.


Attraverso il dialogo tra memoria critica e invenzione artistica, Visioni Estatiche // La Vittoria sul Sole rinnova il legame tra arte e pensiero, celebrando la tensione spirituale che attraversa l’opera di Salvadori e il lavoro di Marco Bagnoli.


Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Marco Bagnoli - Biblioteca sospesa

L’incontro sarà registrato e reso disponibile sulla piattaforma dell’Atelier Marco Bagnoli, confermando l’impegno di Spazio X Tempo nel costruire un archivio vivo, capace di trasformare la memoria in presenza e la riflessione in visione.


Atelier Marco Bagnoli

Via della Quercia, 9 Montelupo Fiorentino – FI


Date 31 Ottobre 2025



 
 
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