“Acquilunio” di Emanuele Caprioli al Museo Sant’Orsola: sulle tracce di Andrea Marescalchi tra luce, acqua e memoria
- Redazione

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Dal 4 dicembre 2025 al 4 gennaio 2026, il Museo Sant’Orsola di Firenze ospita Acquilunio, la prima mostra personale di Emanuele Caprioli (Milano, 1993), un progetto espositivo che nasce dal confronto diretto con l’opera di Andrea “Bobo” Marescalchi.

La mostra si inserisce all’interno dell’iniziativa “Uno, qualcuno, chicchessia: sulle tracce di Andrea Marescalchi”, promossa dall’Archivio Marescalchi in occasione dei dieci anni dalla scomparsa dell’artista e realizzata grazie al sostegno di Toscana in Contemporanea 2025.
Curata da Valeria D’Ambrosio con il contributo di TAB – Take Away Bibliographies, Acquilunio esplora la relazione tra forze naturali e presenze umane, mettendo al centro due elementi primari: acqua e luce. È da queste due entità – effimere, mutevoli, ma capaci di lasciare tracce profonde – che prende forma il progetto di Caprioli. L’artista, che da anni lavora sul confine tra fenomeni atmosferici e percezione collettiva, rende visibile ciò che di solito rimane inosservato: condense, riflessi, gradienti luminosi, micro-eventi che plasmano la nostra esperienza quotidiana dello spazio.
Il cuore della mostra è il dialogo visivo tra due nuove opere site-specific di Caprioli e due lavori di Marescalchi provenienti dall’archivio: Senza titolo (Farfalline), un'opera su carta della metà degli anni Novanta che intreccia matematica e gesto calligrafico, e Cascata, una grande opera degli ultimi anni di vita dell’artista. Accostati nello spazio ancora in cantiere del Museo Sant’Orsola, questi lavori generano un confronto sul tempo, sulle sue ripetizioni e sulle sue trasformazioni. Per Marescalchi, infatti, non esistono fasi o periodi: la sua produzione è un flusso continuo in cui motivi, forme e ossessioni riaffiorano come moti d’acqua.

Acquilunio è il risultato di una residenza che Caprioli ha svolto tra luglio e ottobre 2025 presso l’Archivio Marescalchi. Qui, grazie al supporto di TAB, ha avuto accesso a materiali, opere e documenti, dando vita non solo alla mostra, ma anche a una pubblicazione collettiva che raccoglie riflessioni, immagini e testi prodotti durante il percorso.
La scelta del Museo Sant’Orsola – un luogo in trasformazione che riaprirà ufficialmente nel 2026 – amplifica il senso di sospensione e metamorfosi che attraversa la mostra. Come parte del ciclo espositivo The rose that grew from concrete, Acquilunio dialoga con l’idea di rigenerazione, di tracce che sopravvivono al tempo, di spazi che rinascono attraverso l’arte.

Caprioli, che lavora con elementi primari come luce, aria, fuoco e acqua, offre qui una meditazione delicata e percettiva sul nostro rapporto con il mondo. La sua pratica, che coinvolge spesso il pubblico come attivatore di fenomeni invisibili, trova nel confronto con Marescalchi un terreno fertile: due sensibilità distanti ma unite dalla capacità di ascoltare ciò che accade ai margini, nelle pieghe del reale.
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, 59100, Prato
Date
21 novembre – 10 maggio 2026






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