La mostra su Lovis Corinth all’Alte Nationalgalerie di Berlino viene prorogata fino al 2026
- Redazione

- 27 ott
- Tempo di lettura: 2 min
All’Alte Nationalgalerie di Berlino prosegue con grande successo di pubblico la mostra Nel mirino! Lovis Corinth, la Nationalgalerie e l’azione “Arte degenerata”, visitata da oltre 100.000 persone e ora prorogata fino al 25 gennaio 2026.

Organizzata in occasione del centenario della morte di Lovis Corinth (1858–1925), la mostra esplora il destino delle opere dell’artista e di sua moglie, la pittrice Charlotte Berend-Corinth (1880–1967), custodite nella collezione della Nationalgalerie. Considerato, insieme a Max Liebermann e Max Slevogt, uno dei principali rappresentanti dell’Impressionismo tedesco, Corinth è qui raccontato attraverso un nucleo di oltre venti dipinti a olio, molti dei quali di grande formato. Tuttavia, dietro la forza pittorica delle opere, il percorso svela anche le vicende complesse legate alla loro provenienza, segnata dalle confische e dispersioni avvenute durante il nazismo.
Nel 1937, infatti, numerosi lavori di Corinth e della moglie furono rimossi dai musei tedeschi nell’ambito della famigerata campagna contro l’“arte degenerata”. Alcuni di questi dipinti furono restituiti solo due anni dopo, altri riacquistati decenni più tardi, mentre diversi finirono in collezioni private o musei stranieri. Dopo la guerra, sia nella Germania Ovest che in quella Est, la Nationalgalerie cercò di ricostituire le proprie raccolte con nuove acquisizioni, generando a loro volta domande cruciali sulla provenienza e sulla legittimità dei passaggi di proprietà.
La mostra, che si avvale anche del contributo del Kupferstichkabinett, approfondisce inoltre la produzione grafica e disegnativa di Corinth, parte della collezione dal 1992. Alcuni disegni e oltre 300 stampe furono anch’essi confiscati come “degenerati” nel 1937. Tre opere di Charlotte Berend-Corinth completano il percorso, sottolineando il ruolo dell’artista nella scena culturale del suo tempo.

Al centro dell’esposizione vi è dunque la ricerca di provenienza, un ambito oggi fondamentale per comprendere la storia dei musei e delle loro collezioni. Il Zentralarchiv der Staatlichen Museen zu Berlin, definito la “memoria storica” dei Musei Statali, ha indagato per anni le origini delle opere di Corinth e Berend-Corinth, restituendo attraverso questa mostra un racconto di perdite, riscoperte e responsabilità storica.
Ad accompagnare l’esposizione, un audioguida gratuita e un booklet bilingue (tedesco e inglese) con testi di Sara Sophie Biever, Sven Haase, Andreas Schalhorn, Dieter Scholz e Petra Winter, in uscita nell’ottobre 2025 per i tipi di Dieter Scholz con la collaborazione di Stefanie Meisgeier e Ana Nasyrova.

Come ha affermato Anette Hüsch, direttrice dell’Alte Nationalgalerie, “questa mostra dimostra quanto i temi dell’arte, della perdita e della memoria continuino a toccare e a stimolare la riflessione. Con la proroga, vogliamo dare a un pubblico ancora più ampio la possibilità di confrontarsi con questo capitolo fondamentale della nostra storia.”
Alte Nationalgalerie
Bodestraße 1, 10178 Berlin
Date 18 luglio - 25 gennaio 2026






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