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Dal 30 ottobre 2025 al 1° marzo 2026, il Centro Culturale Candiani di Mestre presenta MUNCH. La rivoluzione espressionista, una grande mostra a cura di Elisabetta Barisoni e promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia. Un progetto che prende Edvard Munch come punto di partenza per raccontare l’eredità dell’Espressionismo e la sua forza dirompente, capace di attraversare un secolo di storia dell’arte fino a oggi.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Edvard Munch, Chiaro di luna,1895

“Non dipingerò più interni con uomini che leggono e donne che cuciono. Dipingerò persone vive, che respirano e sentono e soffrono e amano.” Questa celebre frase di Munch riassume la sua rivoluzione pittorica: un’urgenza espressiva che rompe i confini tra arte e vita, aprendo la strada a una rappresentazione dell’essere umano nella sua fragilità e tensione esistenziale.


La mostra MUNCH. La rivoluzione espressionista, ospitata eccezionalmente nelle sale del terzo piano, nasce da un nucleo prezioso conservato alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro — quattro grafiche di Munch (Angoscia, L’urna, La fanciulla e la morte, Ceneri) — e si sviluppa in sette sezioni tematiche. Il percorso mette in dialogo l’artista norvegese con le correnti che lo precedono e con quelle che ne raccolgono l’eredità, dal Simbolismo al Postimpressionismo, fino alle Secessioni di Monaco, Vienna e Berlino, dove Munch divenne figura cardine.


Proprio la Secessione di Berlino, nata nel 1898, trova in Munch uno dei suoi inneschi: la sua esposizione del 1892 fu violentemente criticata dai tradizionalisti, provocando una spaccatura irreversibile che avrebbe aperto la strada alle avanguardie. Accanto a Munch, il percorso presenta opere di Franz von Stuck, Max Klinger, Liebermann, Egger-Lienz, ma anche autori italiani come Arturo e Alberto Martini, interpreti di un simbolismo visionario e inquieto.


L’esposizione prosegue con un dialogo tra il maestro norvegese e i protagonisti del Simbolismo europeo – da Redon a Böcklin, da Rops a Ensor – e con gli artisti italiani che, come Adolfo Wildt, Cesare Laurenti e Ugo Valeri, ne hanno declinato i linguaggi in chiave drammatica e onirica.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Edvard-Munch, Two Old Men, 1910

Ampio spazio è dedicato al lascito di Munch nella grafica espressionista tedesca, dal gruppo Die Brücke con Erich Heckel alla generazione successiva di Otto Dix e Max Beckmann, che tradussero nel segno inciso il trauma del Novecento.


Nell’ultima sezione, L’urlo contemporaneo, la mostra approda ai giorni nostri: da Renato Guttuso e Zoran Mušič, che raccontano la violenza della storia, fino a Emilio Vedova, Ennio Finzi, Mike Nelson, Tony Oursler, Marina Abramović e Shirin Neshat, interpreti di un dolore che ancora attraversa l’umanità.



Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Exhibition view, foto Nico Covre

MUNCH. La rivoluzione espressionista è dunque un viaggio nella genealogia dell’inquietudine moderna, ma anche un racconto sull’attualità del suo linguaggio. Come scrive Barisoni, “l’urlo di Munch non si è mai spento: è un suono che ancora risuona nelle pieghe del presente, ricordandoci che l’arte, per essere viva, deve continuare a ferire e a guarire”.


Centro Culturale Candiani

P.le Luigi Candiani 30174, Venezia - Mestre


Date

30 ottobre - 1 marzo 2026


 
 

Il 29 ottobre alle ore 19, negli spazi di A PICK GALLERY inaugura un triplo appuntamento dedicato alla pittura e alla scultura contemporanea. La galleria presenta infatti “Details Collection”, personale di Jan Muche, “PMI / TRN Tres miradas, un espacio”, con opere di Aina Albo Puigserver, Robert Ferrer i Martorell e David Magán, e “Lungo la soglia”, mostra personale di Giuseppe Vassallo.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Jan Muche, Untitled, 2023

Le tre esposizioni, visitabili fino al 6 dicembre 2025, offrono un percorso corale che intreccia linguaggi e visioni diverse, in un dialogo che attraversa confini geografici e culturali.


Come ogni anno, in occasione della Torino Art Week, A Pick Gallery rinnova il proprio impegno nel promuovere connessioni tra artisti e realtà internazionali. L’edizione 2025 vede la collaborazione con Ceravento (Pescara) e Pep Llabrés Art Contemporani (Palma di Maiorca) nell’ambito del progetto di scambio TAG – Torino Art Galleries meets Art Palma Contemporani, che consolida un ponte culturale tra Italia e Spagna.


Durante la settimana dell’arte torinese, la galleria sarà inoltre protagonista della Art Night promossa da TAG: sabato 1 novembre resterà aperta dalle 18 alle 23, mentre il 31 ottobre, 1 e 2 novembre, in collaborazione con Lavazza, proporrà le Art Coffee Breakfast, un momento di incontro informale tra arte e pubblico, dalle 10 alle 12.


In “Details Collection”, l’artista berlinese Jan Muche esplora il potenziale poetico del piccolo formato: tele e carte in cui linee, strutture e sovrapposizioni cromatiche danno vita a un linguaggio visivo rigoroso e vibrante. Ogni opera diventa un frammento di architettura mentale, un dettaglio che racchiude l’intero universo formale dell’artista, in equilibrio tra memoria industriale e sensibilità contemporanea.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Robert Ferrer i Martorell, Proporcions series, 2022,

“PMI / TRN Tres miradas, un espacio” nasce dalla collaborazione con Pep Llabrés Art Contemporani e riunisce tre autori accomunati dalla ricerca sull’astrazione geometrica e sulla percezione della luce.

Le opere di Aina Albo Puigserver trasformano la geometria in emozione, con composizioni che vibrano tra rigore e lirismo.

Robert Ferrer i Martorell costruisce strutture sospese dove la luce diventa materia, capace di mutare la percezione dello spazio.

David Magán, invece, gioca con colore e trasparenza, creando installazioni che variano con il punto di vista e la luminosità, fondendo arte cinetica e minimalismo.


Chiude il percorso “Lungo la soglia”, personale di Giuseppe Vassallo realizzata in collaborazione con Ceravento. Le sue tele e i suoi disegni raccontano l’incontro tra corpo e paesaggio, figura e sfondo, in un continuo attraversamento di confini.

Il titolo evoca l’architettura di Carlo Scarpa, dove la soglia è luogo di passaggio e di rivelazione. In questo senso, la mostra diventa metafora di apertura e condivisione, un invito a sostare nello spazio intermedio tra visione e trasformazione.



Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Aina Albo Puigserver, Esquivo rayo verde, 2025,

Le tre mostre, pur autonome, costruiscono insieme un unico discorso sullo spazio e sulla forma, offrendo al visitatore un itinerario immersivo che intreccia rigore e sensibilità, luce e materia, gesto e costruzione.


A PICK GALLERY

via Bernardino Galliari 15/C, Torino


Date 29 ottobre - 6 dicembre 2025


 
 

All’Alte Nationalgalerie di Berlino prosegue con grande successo di pubblico la mostra Nel mirino! Lovis Corinth, la Nationalgalerie e l’azione “Arte degenerata”, visitata da oltre 100.000 persone e ora prorogata fino al 25 gennaio 2026.


Shiota Chiharu, Uncertain Journey, 2016/2019
Lovis Corinth, Das Trojanische Pferd, 1924

Organizzata in occasione del centenario della morte di Lovis Corinth (1858–1925), la mostra esplora il destino delle opere dell’artista e di sua moglie, la pittrice Charlotte Berend-Corinth (1880–1967), custodite nella collezione della Nationalgalerie. Considerato, insieme a Max Liebermann e Max Slevogt, uno dei principali rappresentanti dell’Impressionismo tedesco, Corinth è qui raccontato attraverso un nucleo di oltre venti dipinti a olio, molti dei quali di grande formato. Tuttavia, dietro la forza pittorica delle opere, il percorso svela anche le vicende complesse legate alla loro provenienza, segnata dalle confische e dispersioni avvenute durante il nazismo.


Nel 1937, infatti, numerosi lavori di Corinth e della moglie furono rimossi dai musei tedeschi nell’ambito della famigerata campagna contro l’“arte degenerata”. Alcuni di questi dipinti furono restituiti solo due anni dopo, altri riacquistati decenni più tardi, mentre diversi finirono in collezioni private o musei stranieri. Dopo la guerra, sia nella Germania Ovest che in quella Est, la Nationalgalerie cercò di ricostituire le proprie raccolte con nuove acquisizioni, generando a loro volta domande cruciali sulla provenienza e sulla legittimità dei passaggi di proprietà.


La mostra, che si avvale anche del contributo del Kupferstichkabinett, approfondisce inoltre la produzione grafica e disegnativa di Corinth, parte della collezione dal 1992. Alcuni disegni e oltre 300 stampe furono anch’essi confiscati come “degenerati” nel 1937. Tre opere di Charlotte Berend-Corinth completano il percorso, sottolineando il ruolo dell’artista nella scena culturale del suo tempo.


Philip Guston If This Be Not I 1945 Mildred Lane Kemper Art Museum. Univerity purchase, Kende Sale Fund, The Estate of Philip Guston, courtesy Hauser & Wirth
Lovis Corinth, Der geblendete Simson, 1912

Al centro dell’esposizione vi è dunque la ricerca di provenienza, un ambito oggi fondamentale per comprendere la storia dei musei e delle loro collezioni. Il Zentralarchiv der Staatlichen Museen zu Berlin, definito la “memoria storica” dei Musei Statali, ha indagato per anni le origini delle opere di Corinth e Berend-Corinth, restituendo attraverso questa mostra un racconto di perdite, riscoperte e responsabilità storica.


Ad accompagnare l’esposizione, un audioguida gratuita e un booklet bilingue (tedesco e inglese) con testi di Sara Sophie Biever, Sven Haase, Andreas Schalhorn, Dieter Scholz e Petra Winter, in uscita nell’ottobre 2025 per i tipi di Dieter Scholz con la collaborazione di Stefanie Meisgeier e Ana Nasyrova.



Shiota Chiharu, Accumulation - Searching for the Destination 2014/2019
Charlotte Behrend-Corinth Schachspieler in Lovis Corinths Krankenzimmer in Amsterdam 1925,

Come ha affermato Anette Hüsch, direttrice dell’Alte Nationalgalerie, “questa mostra dimostra quanto i temi dell’arte, della perdita e della memoria continuino a toccare e a stimolare la riflessione. Con la proroga, vogliamo dare a un pubblico ancora più ampio la possibilità di confrontarsi con questo capitolo fondamentale della nostra storia.”


Alte Nationalgalerie

Bodestraße 1, 10178 Berlin


Date 18 luglio - 25 gennaio 2026



 
 
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